“E’ un libro prorompente, magnetico, bellissimo.”

Lorenzo Carpanè si toglie gli occhiali e mi fissa. Ci conosciamo da una decina d’anni, mi ha insegnato molte cose durante diversi incontri per motivi di lavoro, che si sono trasformati in occasioni di crescita anche sul piano letterario. Veronese, docente universitario, formatore, saggista, Lorenzo è legato a Bergamo, che visita spesso, in quanto consigliere del Centro di Studi Tassiani.

Da poco ha pubblicato il suo secondo romanzo, PAGINE DAL FRONTE (Alpine Studio, 240 pagine, 16,00 €), opera tratta dall’autentico diario di guerra di un partigiano chiamato Sandro e scritto dal luglio del ’42 al febbraio del ’43.

“Nel luglio del 1942 ha inizio la campagna di Russia” racconta, “e gli eserciti di Italia e Germania cadono nella trappola dell’inverno russo, obbligando i pochi sopravvissuti ad una grande epopea, lunga migliaia di chilometri.”

“Quindi in questo romanzo il viaggio non fa solo da sfondo, ma è il filo conduttore” chiedo.

“Certo” conferma, “il viaggio è un elemento vivo, il protagonista della realtà cruda e imprevedibile attorno a cui si attorcigliano le esistenze dei due personaggi. Perché a volte si parte per scelta, a volte si parte per ritrovare sé stessi, a volte si parte perché si è costretti.”



“Chi sono e cosa accade, quindi, ai due personaggi?”

“Sono Sandro, partigiano, e Karl, soldato tedesco, che si ritrovano uno di fronte all’altro e decidono in un istante cosa vogliono essere. Da qui si dipana la storia di Sandro: dal fronte russo al ritorno a casa, tra le amate montagne, e poi ancora oltre, passando dalla lotta di Liberazione per arrivare al presente.”

“Conoscendoti, immagino che anche il tema della guerra assuma un’importanza speciale, in questo libro.”

“Anch’esso acquista un significato determinante. Sandro e Karl sono giovani, sono armati e sono nemici: sono in guerra. E non c'è niente di più assurdo del più feroce strumento di morte inventato dall'uomo contro l'uomo. Basta uno sguardo, a loro, l'uno negli occhi dell'altro, per capire. E per cambiare le proprie vite.

“Un libro rivolto a tutti, certo con particolare attenzione ai giovani. Tra pochi anni, ormai, di testimonianze dirette di quegli avvenimenti non ve ne saranno più. E allora dobbiamo studiarle e conoscerle oggi, per non dimenticarle mai.”



1 commento:

  1. Lo leggerò di sicuro: è convincente la presentazione e la memoria deve rimanere viva

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