LA "MARAVIGLIOSA INVENZIONE"

Questo libro, CAVALLI DI FERRO, racconta la storia delle prime ferrovie dell’alta Italia, dall’inaugurazione della linea Milano-Monza nel 1840 fino all’unità d’Italia del 1861.

L’autore è l’amico Claudio Tognozzi, grafico bergamasco, da sempre appassionato di treni e di tutto ciò che riguarda il mondo del trasporto a rotaia. Oltre a questa, ha scritto diverse altre opere: “L’indimenticabile emozione dei primi viaggi in treno”, “Il cicloturismo al tempo del Liberty”, “Le vie del Sempione”, “Viaggio da Milano ai tre laghi Maggiore, di Lugano e di Como”, “Itinerario d’Italia”, “Storia illustrata dei navigli lombardi” e “Da Milano a Ginevra pel Sempione”. 

Libri, quindi, che intrecciano mobilità, tecnica e storia, con un occhio rivolto alla scienza del passato e un altro che scruta le potenzialità del futuro; volumi che mescolano con sapienza la profondità del saggio con l’immaginazione del romanzo. 

Le “strade di ferro” italiane dell’Ottocento, con i valichi e i trafori ferroviari che scavalcavano l’ostacolo storico-geografico dei rilievi alpini, misero in comunicazione popolazioni di varie provenienze, favorendo scambi commerciali, oltre a nuove esperienze di vita. La costruzione stessa delle ferrovie contribuì all’elaborazione di molte invenzioni e innovazioni tecnologiche. Con l’avvento delle ferrovie nacquero anche i primi flussi turistici e sorsero attività imprenditoriali legate agli svaghi della nuova borghesia itinerante. 

Le prime ferrovie italiane nacquero sotto la spinta di una non ancora ben definita modernizzazione o per motivi di prestigio. La consapevolezza delle grandi potenzialità del trasporto su rotaie in relazione allo sviluppo industriale ed economico nazionale fu percepita più tardi. Sull’argomento, già nel 1835 il preveggente venticinquenne Cavour scriveva: “La macchina a vapore è una scoperta che non si saprebbe confrontare, per la grandezza delle sue conseguenze, che a quella della stampa o meglio ancora a quella del continente americano.”

Oggi, di fronte a un treno ad alta velocità, con il massimo del comfort, che sfreccia silenziosamente a 300 all’ora per i territori della nostra penisola, si prova un misto di moderato interesse e di compiacimento. Non si riesce nemmeno vagamente a immaginare lo stupore degli uomini del XIX secolo per l’avvento della “maravigliosa invenzione”, cioè la ferrovia, e dei “cavalli di ferro”, cioè le locomotive, infernali mostri sputafuoco. A quei tempi, era un modo di viaggiare eroico, pauroso, faticoso e pure pericoloso, ma modernissimo e di irresistibile fascino. 

Claudio Tognozzi

www.tognozzi.it – claudio@tognozzi.it

Edizioni Artestampa

www.artestampaedizioni.it


 Un tuffo al 'come eravamo' cinquant'anni fa con Riccardo Oliverio, autore del romanzo ELVIRA 

Incontriamo Riccardo Oliverio che regge orgoglioso tra le mani una copia di ELVIRA, il suo primo romanzo da poco pubblicato con Lubrina Bramani Editore.

“Bene arrivato nel mondo degli scrittori! Prima che come autore, vuoi però presentarti come persona?”

“Sono di Bergamo, ci sono nato nel 1954 in un gennaio particolarmente freddo, come lo erano, in quegli anni, tutti gli inverni. Sono abbastanza schivo e mi definisco operoso.

Sul lavoro non mi sono mai mancate le soddisfazioni: da subito, appena diplomato, sono entrato a far parte di un gruppo siderurgico nazionale. Per me è stata una grande opportunità, una università applicata. In pochi anni, diventato dirigente, ho assunto la direzione generale di una società siderurgica privata. Ho lavorato lì per quasi un ventennio, poi ho deciso di diventare consulente freelance, collaborando con varie aziende europee.

Amo viaggiare e fotografare e ora, oltre che a dedicarmi alla scrittura, faccio felicemente il nonno di professione.”

 

“Qual è stato allora il momento in cui ti sei accorto di aver sviluppato la passione per la letteratura?”

“Sicuramente alle superiori. In quegli anni, c’era un gran fermento letterario che coinvolgeva molti scenari, dalla politica alla letteratura e alla musica. Io ne ero incuriosito, leggevo di tutto.”

 

“C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?” “«L’ombra del Vento» di Carlos Ruiz Zafón. Mi ha letteralmente rapito dalla prima all’ultima riga, nella scrittura scorrevole dell’autore si leggono brani tra storia e mistero conditi da profondo sentimento.”

 

“Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?”

“In effetti sì, l’ho proposto a molti editori. I quali però, con abbondante eleganza, (sorride) lo hanno tutti rifiutato. Finché un giorno Lubrina Bramani Editore, con incoscienza, devo dire, e grande coraggio, lo ha pubblicato a sue spese. Devo essere loro molto grato.”

 

“Pubblicare su Amazon KDP è stata una scelta vincente?”

“Sinceramente, non sono in grado di dirlo, non è stata una mia scelta diretta. Immagino, visto che l’editore se n’è occupato, che lo abbia fatto a ragion veduta. Attendo fiducioso.”

 

“Dopo averci raccontato di te, ci devi parlare di questo romanzo. Di cosa tratta? E in che tempo è ambientato?”

“Ti confesso che mi sono molto affezionato ad Elvira, la protagonista, tanto che durante la stesura ero così preso che mi sembrava di vivere una Second Life. Essenzialmente è una storia sentimentale, di speranza.

E d’amore, nella sua accezione più sublime.

La narrazione inizia nell’autunno 1969 quando i protagonisti, Elvira e

 

Sebastiano, s’incontrano a Bergamo, un luogo reale, ma che diventa un luogo universale dove tutti si possono riconoscere.

Sono giovani, con mille speranze; ma quando decidono di convivere, la ragazza sparisce misteriosamente.

La storia si divide in due parti: la prima è ambientata nel passato narrativo ed è quella che farà affiorare maggiormente i ricordi, mentre la seconda è rivolta al presente dove Sebastiano cerca di risolvere questioni rimaste in sospeso.

Da qui, la narrazione irrompe in un modo inatteso e burrascoso.”

 

“Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure ti butti d'istinto?”

“La trama non ha avuto bisogno di essere scritta, era incisa nella mia mente. Ho preso molti appunti per i riferimenti storici e ho scritto d’istinto. Sono state le mie dita a muoversi inconsciamente sulla tastiera.”

 

“L’ultima domanda è d’obbligo: in questo periodo stai scrivendo un nuovo libro?

E se sì, è dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?”

“Sì, ho iniziato a scrivere quello che si potrebbe definire il sequel. In definitiva, questo secondo dovrebbe riuscire a chiarire alcune tra le vicende rimaste a mezz’aria in ELVIRA.”


           Self-publishing, una nuova opportunità per gli autori

Charles Dickens, Alexandre Dumas, T.S. Eliot, Benjamin Franklin, Ernest Hemingway, James Joyce, Stephen King, D.H. Lawrence, Edgar Allen Poe, Marcel Proust, JK Rowling, George Bernard Shaw, Arthur Schopenhauer, Lev Tolstoj, Mark Twain, Walt Whitman, Virginia Woolf...

Cosa accomuna tutti questi autori: lo stile? L’epoca nella quale sono vissuti? Il genere di romanzo?

Nessuna caratteristica tra queste, bensì il fatto di aver iniziato la propria carriera mediante la cosiddetta autopubblicazione, ovvero self-publishing. La storia della letteratura è piena di autori che hanno iniziato il loro percorso senza l’ausilio di un editore o molto spesso sono stati costretti a farlo a causa dei numerosi rifiuti ricevuti da essi.

Il self-publishing è un termine inglese che significa letteralmente auto-editoria. Questa parola indica una modalità di pubblicazione nella quale l’autore pubblica autonomamente, senza cioè passare attraverso un editore tradizionale, diventando di fatto un’auto-editore o editore di sé stesso. 

In definitiva il self-publishing è un metodo di pubblicazione alternativo a quella che definiremo editoria tradizionale, quel modello di business in cui l’autore affida (cedendo) la propria opera ad un’impresa che si assume il rischio imprenditoriale di produrre, distribuire e vendere il libro.

Con il self-publishing è l’autore che gestisce tutti questi aspetti, oltre naturalmente anche a tanti altri come l’editing, cioè la revisione del testo, l’impaginazione, la realizzazione della copertina, la stampa, la promozione e, ultima sul piano operativo ma importantissima, la distribuzione. Sarebbe infatti inutile pubblicare centinaia o addirittura migliaia di copie di un romanzo destinate poi a restare negli scatoloni, senza la prospettiva di raggiungere le librerie. 

Accanto a questi vengono assunti dallo scrittore anche tutti gli oneri e gli onori propri di un editore: l’incasso e la gestione dei diritti e gli aspetti fiscali e contrattuali connessi all’eventuale sfruttamento dell’opera.

Un ultimo aspetto: il self-publishing nulla ha a che vedere con l’editoria a pagamento o vanity press, come la definiscono gli inglesi. Quest’ultima è invece la modalità nella quale l’autore accetta una proposta di pubblicazione da parte di un editore tradizionale che, dietro il pagamento di un corrispettivo economico (spesso piuttosto cospicuo), pubblica l’opera. L’editore si impegna a fornire all’autore una serie di servizi come l’editing, la stampa di un numero minimo di copie, la distribuzione nelle librerie tradizionali, l’organizzazione di presentazioni e in generale la promozione dell’opera, scaricando però sull’autore tutto il rischio imprenditoriale, in quanto nella maggior parte dei casi il contributo pagato è sufficiente a garantire ottimi profitti all’editore stesso.

 

Incontro Erica Villa, giovane scrittrice bergamasca di 26 anni, e subito vengo travolto da un fiume di parole. Anche se disabile dalla nascita, mi accoglie con grande simpatia e inizia subito a raccontare.

“Mi sono diplomata in ragioneria, ma non trovando un lavoro adatto al mio percorso di studi, un giorno ho iniziato a scrivere senza più fermarmi, tanto che adesso sembra che la mia mano scriva da sola. Così, a febbraio 2016 ho pubblicato il mio primo libro, intitolato LEGGIMI DENTRO.”



“Ecco, parliamo subito di questa prima opera” le chiedo.

“LEGGIMI DENTRO è il diario di Erica, ragazza disabile che raccontando alcune giornate significative della sua vita, permette di viaggiare con lei e ammirare la sua vitalità. Un libro che è un insieme di emozioni, ricordi e speranze.”

“E da qui hai continuato.”


“Sì, il secondo libro l’ho pubblicato l’anno successivo. VITA DA SGHIRBIA è un libro di esperienze vissute durante questi miei anni di vita. Mi ha insegnato che si possono aprire e chiudere tante porte, ma che i ricordi rimangono nel cuore e impressi nella mente, nessuno mai potrà portarmeli via.”

“Un libro all’anno: complimenti!”


“Guarda” ride lei, “nel 2018 ne ho scritti addirittura due. A maggio ho pubblicato SENZA CONFINI, una storia nella quale fantastici personaggi caratterizzano questo piacevole racconto ricco di sentimento, amicizia, solidarietà e allegria. Un libro scritto con semplicità e fantasia, insomma.”


“Penso proprio che siano le tue qualità migliori. E l’altro?”

“CORNICI DELLA MIA VITA è il quarto libro, uscito a dicembre. Il suo senso è tutto racchiuso in una frase: ogni persona che conosco è una cornice della mia vita, da custodire con cura nel cuore. Poi sono successe due cose importanti.”

“Raccontami tutto.”

“La prima è triste, è morto Gianluca, un mio amico molto caro. Però in quella occasione ho conosciuto un suo amico che si chiama Fabio Marcassoli, campione di kick-boxing e atleta molto sensibile. Tra noi due nasce una grande amicizia e ben presto il desiderio di correre insieme. Hanno così inizio le sfide del duo Villa -Marcassoli e le nostre imprese nelle maratone. Questo mondo mi ha fatto rinascere e per questo motivo ho deciso di mettere nero su bianco le emozioni che ho provato chilometro per chilometro.”


“E qui parliamo dell’ultimo libro.”

“Certo! Qui si svela il mio lato sportivo: gli allenamenti, la preparazione, e la bravura e la forza di Fabio che spinge la mia carrozzina per decine di chilometri.

“Parliamo del prossimo futuro.”

“Continuare a scrivere, naturalmente, ringraziando Emanuele Pagani e SILELE EDIZIONI. E poi promuovere i miei libri e correre, nelle maratone e nella vita.”


                     LA VERITA' HA IL SAPORE DEL MARE Ho letto in anteprima, e l’ho apprezzato, il romanzo La verità ha il sapore del ma...