Riccardo Oliverio, che abbiamo già incontrato su questo blog in occasione del suo esordio letterario, è nato a Bergamo nel 1954, dove vive da sempre.

Negli ultimi tempi si è dedicato alla scrittura di questo secondo romanzo romanzo, che segue - ELVIRA- edito da Lubrina Bramani di Bergamo, e per il quale detiene i diritti d’autore. La scoperta della passione per la scrittura s'intensifica, concluso il suo percorso lavorativo di dirigente e poi freelance di una società di distribuzione siderurgica. Inoltre, ama fotografare, esaltando il lato emotivo dell’immagine, sensazione che vuole  ricercare anche nella stesura di questi  romanzi.

Iniziamo il nostro incontro con la lettura dell'incipit del suo nuovo romanzo, ESTER.

"Nella mia vita mi sono sempre innamorato facilmente e quella sera, non facevo eccezione, ero completamente stregato da lei. L’avrei ascoltata per tutta la notte a dispetto del desiderio che mi aveva fatto nascere. La sua storia aveva dell’incredibile e la serata, in quella splendida cornice, si preannunciava emozionante. Eppure… c’era qualcosa di inquietante."

"Cosa c’è di tanto inquietante in questo nuovo libro?" chiediamo subito.

"Nella stesura, mi era parso evidente che alcuni argomenti fossero rimasti ancora in sospeso. Con questo romanzo c’è la possibilità di fare chiarezza."

"Dunque questo è il seguito di ELVIRA?"

"Non esattamente. Più che un sequel, lo considero uno - spin-off- nel senso che il libro lo si può sfogliare da solo, tuttavia chi avrà letto anche il romanzo precedente, troverà maggior soddisfazione."

"Anche questo è ambientato a Bergamo. Cosa rappresenta per te questa città?"

"Bergamo è per me  come ventre materno. Amo la mia città e non faccio fatica a descriverla con passione. Cerco di farlo in modo fotografico, altra mia attrazione, cercando i toni e le caratteristiche che la caratterizzano. Il romanzo, assolutamente frutto della fantasia, si snoda tra le vie della città e la percorre nello sforzo di poterla descrivere quasi con immagini. Dove tutto invece è realtà."

"Ne deduco quindi che la copertina del libro sia stata scattata a Bergamo" lo incalzo allora.

"Esattamente. Sotto il mio suggerimento, l’abitazione che si vede alle spalle della bella ragazza è proprio l’ambiente dove si svolgono i fatti che descrivo. La casa esiste davvero ed è stata il vero motivo ispiratore. Ho eseguito una lunga ricerca, coinvolgendo anche appassionati di un noto blog bergamasco. Ho dedicato infine a mio padre il mio componimento per la storia che avevo ascoltato da lui, nel suo ufficio, quando avevo solo otto anni. Sono trascorsi tanti anni fa, ma la vicenda misteriosa ben si adatta al luogo altrettanto ricco di mistero."

"Tuttavia" noto, "descrivi un altro luogo che non mi pare sia a Bergamo. Dove si trova?"

"Durante la stesura della narrazione, avevo bisogno di descrivere un luogo mistico e così ricercando mi sono imbattuto in un santuario che nemmeno io conoscevo. È il santuario della Madonna di Prada a Mapello, una gradevolissima scoperta."

"Anche in questo romanzo" concludo, "la donna svolge un ruolo fondamentale."

"Sono sempre stato femminista e ritengo che oggi più che mai sia necessario riconoscere un ruolo paritetico alla donna, soprattutto cancellando dalle notizie quotidiane la lunga lista di femminicidi impuniti. In questo libro parlo dell’emancipazione e dell’amore della donna."

Ringrazio Riccardo per l'intervista augurandogli, come sempre, il giusto tributo di lettori a questa sua nuova fatica letteraria.

                     LA VERITA' HA IL SAPORE DEL MARE Ho letto in anteprima, e l’ho apprezzato, il romanzo La verità ha il sapore del ma...