IL DESTINO DEGLI EROI


Incontriamo questa settimana il giovane giallista bergamasco Claudio Rota, che con l’ultima sua opera conclude una trilogia iniziata nel 2015 con L’ILLUSIONE, proseguita l’anno successivo con IL GUARDIANO DELLA LUCE e terminata ora con IL DESTINO DEGLI EROI, impreziosita dalla intrigante copertina creata da Gessica Pirola .

L’autore ha scritto anche altri due libri, TUTTI I COLORI DEL MONDO, giallo ambientato a Bergamo, e IO, ALE E LA DIMENSIONE DEL SOGNO dedicato ad Alex Del Piero. Tutti i suoi cinque romanzi sono stati pubblicati con Silele edizioni.

“Ciao Claudio, complimenti per la nuova uscita e spiegaci subito: cosa rappresenta questo romanzo?- Rappresenta la conclusione di un percorso e delle vicende dei vari personaggi, intrapreso con i due capitoli precedenti della saga: “L’illusione” e “Il guardiano della luce”. Questo libro si può leggere anche da solo, ma certamente seguire la traccia di quelli precedenti è meglio.”

“Chi sono i principali protagonisti?”- I più importanti personaggi sono Christian Kane, ex commissario di polizia, attualmente consulente del commissario di Los Angeles, Rachel Wind. Al loro fianco Selm Flower, lui stesso ex commissario che aiuta i due protagonisti a combattere il crimine e la malavita della città californiana.

“Perché il titolo IL DESTINO DEGLI EROI? Cosa vuol significare? - Perché destino ed eroi sono due parole che mi hanno sempre affascinato e perché nel romanzo si dimostra ancora una volta quanto per gli eroi sia una costrizione emozionale quella di dover combattere sempre, per gli altri e per loro stessi, nonostante a volte non vorrebbero più farlo per dedicare più tempo a famiglia ed amici.

“Raccontaci dove si svolgono le vicende. Sempre negli USA?”- Nel primo capitolo il sottofondo delle vicende è Chicago, la città americana con il maggior numero di delitti. Mentre nel secondo e nel terzo romanzo il tutto si svolge a Los Angeles. Collegati alle vicende dei personaggi e alla loro vita famigliare ci sono dei momenti anche in Italia, specialmente nella zona delle Cinque Terre che sono luoghi a me molto cari. 



“Come agiscono i criminali che vengono raccontati in questo capitolo conclusivo?” - Sono criminali spietati, senza paura e rispetto verso nessuno. Il loro unico fine è creare disagio, dolore e problemi agli abitanti di Los Angeles.

“Da cosa prendi ispirazione, visto che i tuoi romanzi sono ambientati negli Stati Uniti?” - Leggo molti gialli e poi essendo molto appassionato di cinema e serie tv, cerco di cogliere segreti per colpi di scena e personaggi da seguire. Inoltre per sensazioni, profumi ed immagini, prendo molto ispirazione da ciò che mi capita nella vita di tutti i giorni.

Ringraziamo Claudio per la sua intervista e auguriamo il miglior successo ai suoi romanzi già scritti e a quelli che vorrà regalarci in futuro.


  

  

                                           MI PIACE TANTO - di Teresa Capezzuto



Quante volte vi sarà capitato di dire “Mi piace tanto”, perché vi piace proprio
quel qualcuno o quel qualcosa al mille percento e ancora di più. Questo spirito,
rivolto ai gusti delle bambine e dei bambini dai tre anni in su, caratterizza il nuovo albo illustrato dell’autrice bergamasca Teresa Capezzuto. 

                Insegnante e giornalista, poetessa e scrittrice di narrativa, con attenzione alla letteratura per                  bambini e ragazzi, Teresa questa volta ha deciso come titolo di un libro proprio...

                                                                                   Mi piace tanto


Ben ritrovata, Teresa! Ho saputo che questo tuo nuovo racconto per
bambini, in rima, con le originali illustrazioni di Albertina Neri, è stato candidato da Edizioni il Ciliegio al Premio Nati per Leggere 2022. Un lancio col botto...

Sì, e ne sono fiera. Rappresenta un riconoscimento per la qualità dell’opera di
letteratura per l’infanzia e anche al percorso fatto fin qui nella narrativa e nella poesia. 
Quale messaggio vuoi lanciare con Mi piace tanto

Il   libro   inizia   con   una bambina   che   cavalca   un   Tirannosauro,   intento   a
sorseggiare una bevanda con una cannuccia, e con la prima enunciazione della piccola, alla quale piace tanto il suo grande e grosso amico T-Rex! E così via...
Largo alla spensieratezza, alla libertà e all’immaginazione!

Dopo le sillogi poetiche Autentica e  Particolare, il romanzo per ragazzi
#LoveTutorial , il racconto interattivo per la scuola primaria Gol alle porte del Sahara, gli albi per un pubblico prescolare La giornata è più bella  e  La banda delle scope, ora proponi un nuovo albo.

Certamente. Mi piace tanto è un libro che sorprende sempre, vuole divertire,
accendere la curiosità e aprire gli orizzonti. I bambini protagonisti si mettono  
alla prova come intraprendenti supereroi, facendo finta di essere personaggi
della fantasia o immersi in rocambolesche avventure quotidiane. I piccoli 
lettori si immedesimano in loro e il gioco è fatto.
Mi piace tanto   è davvero un albo illustrato consigliato per tutti i bambini che adorano dare libero sfogo all’immaginazione e ai più grandi per renderli più consapevoli dei gusti dei bambini. 

Certamente, dici proprio bene... 

 


Grazie Teresa, e per quanti vogliono tenersi aggiornati sulle tue pubblicazioni, questi sono i riferimenti del tuo sito personale 

 

www.teresacapezzuto.it e del canale 

www.youtube.com/TeresaCapezzutoautrice​

  NO VE DESMENTION – Richard Löwy e i ‘giusti’ della Val di Fassa


Una storia iniziata più di cento anni fa, ma che letta ai giorni nostri mostra un’inaspettata attualità anche oggi: parliamo di NO VE DESMENTION – Richard Löwy e i ‘giusti’ della Val di Fassa - opera prima di Chiara Iotti.

Già queste poche, iniziali righe contengono un intero mondo. Innanzitutto, l’uso di una lingua antica come il ladino, tuttora parlato in alcune tra le numerose vallate trentine, venete e friulane. Il titolo, come si può intuire, significa ‘Non vi dimenticheremo’, e l’ambientazione è la Val di Fassa in provincia di Trento. L’uso della lingua locale, che travalica i confini amministrativi e nazionali, è di per sé stesso creatore di comunità. Uomini e donne di diversa provenienza – italiani e austriaci, che parlano italiano e tedesco, si riconoscono nella parlata ladina, e attraverso questa annullano le reciproche diversità. 

Poi: i tempi. Il racconto narra le vicende di persone nate negli ultimi decenni dell’Ottocento, prosegue tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, si spegne con la morte dei vari protagonisti negli anni successivi ma rinasce con il nuovo millennio, grazie al lavoro di ricerca e memoria dell’autrice. Un accavallarsi di almeno quattro diverse generazioni, esistenze che hanno attraversato più di un secolo e nello specifico il Novecento, quello delle immani tragedie. 

E ancora: il cognome Löwy, originario della Mitteleuropa, che richiama sia il leone (löwe in tedesco), sia – ma solo sul piano fonetico – il diffusissimo Levi, di tipica provenienza ebraica. Il protagonista, in effetti, è ebreo, ma trascorre la sua vita in una realtà prevalentemente cristiana senza alcuna contrapposizione, finché verrà anche lui travolto dalla follia nazista. 

Infine: la memoria delle guerre e delle loro tragedie. Il ‘non dimenticare’ non è solo puro esercizio accademico, ma necessità vitale per il presente e per il futuro che ci attende. Il romanzo scorre con l’incalzante rimbombo dei cannoni di sottofondo, che si fa parte stessa della narrazione; un passato che speravamo concluso, ma che vicende recentissime hanno purtroppo richiamato in essere e che si spera non deflagrino in un terzo e devastante conflitto internazionale. 

Molti temi, dunque, proposti attraverso l’utilizzo di un italiano forbito ed elegante e pur tuttavia così familiare, riconoscibile nei racconti degli anziani e nei loro ricordi. Una miscela di storie minute, rigorosamente con la ‘esse’ minuscola, che confluiscono e innervano la Storia con la maiuscola, il fluire delle vicende umane che si fa memoria collettiva.

Richard Löwy non è stato un eroe, bensì un ‘Giusto’, ovvero un uomo che ha vissuto con rettitudine e coscienza nei confronti di altri uomini e donne, come lui finiti nel tritacarne dell’orrore. Boemo di nascita, austriaco per formazione, ingegnere di professione e in seguito ufficiale austro-ungarico, si è battuto per la giustizia, senza operare distinzioni di nazionalità, lingua o religione. Il Comune di Moena, in ricordo del suo operato, gli ha conferito la cittadinanza onoraria oltre che dedicargli la via centrale del paese e un parco. 

Il romanzo di Chiara Iotti, docente lombarda appassionata di storia e innamorata della Val di Fassa, incentrato su questa figura di ‘Giusto’ scorre rapido e suscita autentiche emozioni, soprattutto nelle parti più buie, quando le ombre scure del male sembrano prevalere sulla luce della solidarietà umana. E con un’eco lontana di artiglieria che, come dopo le guerre mondiali, tutti speriamo si plachi quanto prima.

  

 OSTACOLI - nuovo giallo di Tommaso Landini, protagonista il commissario Roberto Poli


Abbiamo conosciuto Tommaso Landini un paio d’anni fa, durante la prima terribile ondata pandemica, quando ho presentato su questo mio blog il suo romanzo giallo ‘La sciarpa’. Ora il giovane scrittore, poeta e giornalista reggiano ha pubblicato in questi giorni il suo terzo romanzo, un poliziesco che per la terza volta vede protagonista il commissario Roberto Poli della Questura di Reggio Emilia.

Il caso si presenta subito assai complesso: nell’arco di pochi giorni vengono uccisi due impiegati del Credito Reggiano, immaginario istituto bancario situato nel cuore dell’Emilia, e un cliente della stessa banca. A Roberto Poli appare subito chiaro il filo rosso che lega le tre vittime, e proprio su questo inizierà a indagare. Tra scoperte importanti e false piste, il commissario si troverà ad affrontare un killer dalla mente malata, accecata da delirio di onnipotenza e sete di denaro. Però, si tratta di una psiche molto abile, capace di congegnare un piano complesso di trucchi e tranelli. Sarà sufficiente, questo, a depistare Poli e il suo team investigativo?

Va detto, per chi l’avesse dimenticato, che l’autore lavora in banca e quindi nella stesura della sua opera ha giocato in casa, sapendosi destreggiare con maestria tra bonifici, investimenti e particolari operazioni bancarie. Un pregio del libro è quindi quello di essere ambientato in un contesto specifico, ma senza aver costruito un muro davanti al lettore a causa di eccessivi tecnicismi. 

Un altro aspetto da sottolineare è la maggiore definizione della figura del protagonista Roberto Poli rispetto alle precedenti opere. Merito dell’autore, che è riuscito a scavare nei sentimenti del commissario evidenziando sia le sue mosse sul piano poliziesco, con l’inevitabile confronto con le cattiverie e le violenze del mondo, sia mostrando l’oasi di serenità rappresentata dal rientro a casa in qualità di novello padre e di trepido sposo. 

Confesso, infine, di essere rimasto colpito dall’affettuoso tratteggio della propria terra natia delineato dall’autore. Tommaso Landini mette in mostra l’Italia popolare e minore, quella che trascorre i pomeriggi a giocare a carte nei bar, o che agisce e lavora tra un bicchiere di Gutturnio piacentino e un assaggio di erbazzone e gnocco fritto. Il sottoscritto, che per motivi familiari da oltre quarant’anni frequenta il cuore dell’Emilia sanguigna e tenace, si è sentito davvero a casa. 

Evito, per ovvii motivi, di entrare nel dettaglio degli aspetti investigativi, dove una sola parola di troppo potrebbe risultare eccessiva. Da collega scrittore, posso però invitare a una lettura attenta della vicenda narrata da questo romanzo, che riesce a incuriosire il lettore centellinando gli indizi fino alle ultimissime pagine: come in ogni giallo che si rispetti, i colpi di scena la fanno da padrone.

Attendiamo quindi, quando l’autore deciderà, di interessarci a futuri e nuovi casi del commissario Poli.  


                     LA VERITA' HA IL SAPORE DEL MARE Ho letto in anteprima, e l’ho apprezzato, il romanzo La verità ha il sapore del ma...