Come scrisse anche Anton Chekhov, ‘l’arte di scrivere è l’arte di tagliare’.
Curioso che io riporti queste frasi, visto che i miei ultimi due romanzi sono lunghi rispettivamente 570 e 480 pagine. E anche i primi due non erano propriamente brevi, circa 300 pagine ciascuno.
Certo la bontà di un’opera letteraria non si misura a peso: Giuseppe Ungaretti ha scritto poesie di due strofe che restano scolpite nell’eternità, assai più delle migliaia di righe di un qualsiasi romanzo.
Comunque, confesso che tagliare è dolorosissimo. La minuta successione di parole che a fatica sono state composte una dopo l’altra, scritte e riscritte, corrette e ricorrette, a un certo punto giacciono in mezzo alla pagina senza mostrare alcunché di pregevole sul piano letterario.
E allora il dito si appoggia sul tasto ‘canc’ e, dopo un ultimo sospiro, distrugge una giornata di lavoro.
Fa male. Molto, davvero. Ma occorre procedere con fermezza, senza ripensamenti: se non ‘acchiappa’, come si dice con un termine scherzoso, non va bene.
Si tratta di un grande esercizio di umiltà, che va praticato per tenere a bada il super-ego dello scrittore. Guai a chi cede alla superbia, allo sterile autocompiacimento, alla scrittura fine a sé stessa. Meglio arrivarci da soli, prima che te lo dicano i lettori. 


Incontriamo Ludovica, scrittrice bergamasca esordiente (tra poche settimane uscirà la sua 'opera prima') per capire cosa l'ha spinta a dedicarsi alla narrativa.

Benvenuta Ludovica, parlaci di te.
Salve a tutti, cari lettori. Grazie mille per l’invito! Mi chiamo Ludovica De Cobelli, sono nata e cresciuta a Bergamo. Mi sono laureata in Scienze Internazionali e Istituzioni Europee all’Università degli Studi di Milano e ho fatto un Master di un anno in Cultural Heritage Studies alla UCL di Londra. Le mie passioni sono la storia e l’archeologia – come si noterà anche dal romanzo –, la salvaguardia degli animali e dell’ambiente e lo studio degli scenari politici globali.


Come ti sei avvicinata alla scrittura?
Fin da bambina sono sempre stata un’avida lettrice - e il primo passo per avvicinarsi alla scrittura è sempre la lettura. Ma proprio per questo mio amore e timore reverenziale verso i libri e i loro autori, non ho mia pensato seriamente di esserne all’altezza. Invece, tornata da Londra, non avendo subito trovato un lavoro nel mio ambito di ricerca, ho sentito la necessità di incanalare la mia energia creativa in un progetto che mi desse soddisfazione e che in poche parole mi rendesse felice.



Da dove è nata l’ispirazione che ti ha portato a trattare di questo tema?
Scrivendo la mia tesi di Master, mi sono resa conto che quasi nessuno affrontava il tema della tratta illegale di antichità e opere d’arte, nonostante il giro di soldi e le ingenti ripercussioni sulla sicurezza internazionali a cui questa può portare. Il finanziamento del terrorismo e della criminalità organizzata sono solo la punta dell’iceberg. Ho cercato di rendere comprensibile questo tema, calandolo in una realtà avvincente e inserendo personaggi a cui affezionarsi, che devono affrontare anche sfide personali oltre a quelle che vengono poste quotidianamente dal lavoro di agenti segreti che svolgono.

"Quali progetti per il futuro? 
Spero che questo sia il primo di una serie di romanzi di spionaggio. Nel frattempo, sto cercando Dottorati di ricerca in giro per il mondo. Incrociate le dita per me!" 

Ringraziamo la nuova scrittrice, segnalando che il suo romanzo, edito da Silele edizioni, sarà in libreria nel prossimo mese di luglio. 
















La voce Particolare e Autentica di Teresa Capezzuto arriva nel deserto con Gol alle porte del Sahara
Voglio farvi conoscere e presentarvi una penna frizzante e molto originale, in grado di muoversi con disinvoltura e pregio fra poesia e narrativa ottenendo menzioni e premi: sto parlando dell’autrice bergamasca Teresa Capezzuto, insegnante e giornalista.
Benvenuta Teresa, facciamo una carrellata sulla tua produzione letteraria.
Innanzitutto, grazie per l’ospitalità e ciao a tutti i lettori! Ho esordito nella poesia, con le apprezzate e pluripremiate sillogi Autentica (2018) e Particolare (2019), entrambe pubblicate dalla torinese Genesi Editrice. La poesia ci stupisce e parla a tutti noi! Perché possiede un fascino intrinseco, una bellezza da esaltare, una forza prorompente, musicalità e ritmo disarmanti. A maggio 2020 è uscito il mio primo libro di narrativa per ragazzi, Gol alle porte del Sahara, pubblicato da Il Ciliegio Edizioni con le belle illustrazioni di Albertina Neri.
Dalla poesia, quindi, con due sillogi pluripremiate, alla narrativa per ragazzi fra sport e avventura, realtà e immaginazione, con Gol alle porte del Sahara. Com’è nata l’idea di questo libro e a chi si rivolge?
Dalle forti suggestioni vissute in prima persona durante un mio viaggio proprio alle porte del Sahara in sella a un simpatico dromedario. Tra deserto e oasi, tutt’attorno le dune dorate, incontrando la gente del posto, assaporando un’atmosfera per certi aspetti anche fiabesca, ho condito la realtà con un pizzico di fantasia, cosa che rende migliore il mondo, scegliendo poi di far vivere ai personaggi una bella avventura sportiva e di crescita. Si sa: lo sport vuole dire soprattutto inclusione, stare bene insieme condividendo le regole del gioco, e in particolare il calcio che rappresenta il fil rouge di una storia molto indicata per bambini e bambine della scuola primaria, dai sei anni in su, che può coinvolgere anche gli adulti.
Sfogliando le pagine di questo racconto, ho notato che è molto interattivo. Un libro da leggere, ma anche per giocare, creare, imparare …
Giusto, proprio così. Oltre alla storia, molto avventurosa e curiosa, il libro contiene anche consigli sui fondamentali del gioco del calcio, da mettere in pratica dove si vuole: in famiglia, a scuola, con gli amici. Arricchiscono il testo giochi, proposte educative e didattiche, intercultura e tanta creatività. I giovani lettori possono interagire con la storia da protagonisti e l’interattività mantiene vivo l’interesse, offrendo molte opportunità per imparare divertendosi.
Grazie Teresa, e per quanti desiderano tenersi aggiornati sulle tue pubblicazioni, ecco il sito personale www.teresacapezzuto.it e il canale www.youtube.com/TeresaCapezzutoautrice







I linguaggi cambiano, le parole nascono, si evolvono, mutano nel tempo, e alla fine muoiono come un qualsiasi essere vivente. I cambiamenti oggi sono molto più rapidi che in passato, anche in campo narrativo: quello che si coglie, è il progressivo processo di semplificazione del linguaggio. A volte bistrattate, o sconosciute, o adoperate a sproposito, le parole perdono di senso, incalzate dalla crescente necessità di non sprecare nemmeno un attimo dell’unico elemento non replicabile al mondo: il tempo.
L’opera del narratore non può prescindere da questo cambiamento. Perché sia però la più efficace possibile occorre seguire i consigli di chi, sulle parole, ha giocato la propria intera vita. Giuseppe Pontiggia ci aiuta ancora: “Seguire, anche in ogni pagina, in ogni frase, in ogni parola, la verità del linguaggio, penso che determini nel lettore un coinvolgimento che nasce dal proprio rispecchiamento in ciò che dice lo scrittore.”


  ANDREA VITALI E LA FIRMETTA (OVVERO: LA GRANDE IRONIA SU DI NOI STESSI)   Instancabile e inarrestabile, Andrea Vitali cucina un altr...