Rossa è la sera dell'avvenire




Genere: storico
Silele Edizioni
pagg. 350
euro 15,00

Vincitore nel 2021 del Concorso Internazionale di poesia e narrativa Le Grazie, Portovenere la baia dell’arte

Secondo posto nel 2022 al Premio Letterario Nazionale GIOVANE HOLDEN

Finalista nel 2022 al Concorso Letterario Nazionale di Narrativa e Poesia ARGENTARIO 


Nuova edizione aggiornata disponibile da luglio 2020

Mafalda Testa, 11 anni, trascorre in paese la spensierata estate del 1970, che separa la conclusione delle elementari dall’inizio della scuola media; Carlo invece, nome di battaglia di Anselmo Bonacini, 22 anni, studente universitario fuoriuscito dal Pci di Reggio Emilia, vive in clandestinità come combattente dell’organizzazione rivoluzionaria Frontiera Rossa, che ha costituito un proprio nucleo a Bergamo. I due personaggi intrecceranno le loro esistenze in un crescendo di giornate sempre più drammatiche fino a giungere al violento finale, dove il rosso del sangue si confonderà, componendo un’immagine dalla forte valenza simbolica, con il rosso del tramonto dell’ultimo giorno d’estate.




A novembre 2019 il libro è stato presentato nel corso di una serata conviviale del Rotary Club Hospital 1 GXXIII di Bergamo



A settembre 2020 la nuova edizione del romanzo è stata presentata in anteprima alla terrazza panoramica del Ristorante 'da Mimmo' in Città Alta.





Silvia G.
Un libro bellissimo!

Ludovica D.
Consiglio assolutamente i romanzi di Roberto Robert, in cui le atmosfere noir, le descrizioni evocative e i personaggi unici concorrono a creare storie avvincenti ed originali.











4 commenti:

  1. “Rossa la sera dell’avvenire” è un libro che riesce a coinvolgere fin dall’inizio. Ripercorre un periodo “nero” della nostra storia e affronta un tema vissuto da me marginalmente vista la mia giovane età. Grazie Roberto perché attraverso il tuo libro hai fatto luce su alcuni aspetti che mi erano forse poco chiari.
    Davvero un bel libro!

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    1. Ciao, il mio intento era proprio quello di tenere desta la memoria su di un periodo terribile che i nostri figli non conoscono. Anche se piccola cosa, questo libro può contribuire.
      Grazie

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  2. Sono due le storie che si intrecciano nel libro "Rossa la sera dell'avvenire" dello Scrittore Roberto - o: la Grande Storia dei "giochi" degli adulti e la Piccola Storia della "vita reale" dei bimbi.
    Una è la storia del protagonista negativo, il giovane terrorista rosso perso nell'eredita' della generazione precedente, che negli anni di piombo percorre la sua strada convinto da cattivi maestri.
    La solita maniacale ricerca storica e geografica anche del più piccolo dettaglio fanno sì che il racconto inventato ma inserito in un contesto reale, sembri un fatto di cronaca raccontato da dentro: la si vive in diretta la vicenda, come se fossimo lì anche noi lettori.
    L'altro racconto che si intreccia nella vicenda è la descrizione del gioco di un gruppo di bambinetti che dovrebbe essere a corollario della "vera" storia. Dovrebbe essere a corollario, ma non lo è perché si ha la stessa tensione, lo stesso patos, la stessa voglia di scoprire come va a finire la finta battaglia fra i due gruppi di bambini, come si hanno nel leggere le vicende della avvincente storia del, in fin dei conti, povero ragazzo armato dalla sua ideologia fallimentare.
    La capacità narrativa di Robert + o si vede proprio nel confronto fra le due storie, avvincenti entrambe anche se narrano una i grandi eventi della storia, l'altra il semplice gioco dei bimbi.

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    1. Questo commento è uno dei pochi che è riuscito a cogliere in modo compiuto l'intento dell'autore. Le due storie sono una lo specchio dell'altra: grandi contro piccoli, giochi di guerra contro autentica violenza, innocenza contro furore ideologico...
      Anche Mafalda, la protagonista, è lo specchio dell'Italia spaurita e inerme di allora, che prende dolorosamente coscienza della realtà. E i due padri, il vecchio partigiano e il maresciallo, rappresentano l'Italia dell'ordine e quella del cambiamento che alla fine si riconoscono e si legittimano.
      Il tutto condito dai ricordi dell'autore, bambino nel 1970, e dalla Bergamo che fu.
      Grazie.

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