Finché suona la campana






Genere: noir
Pubblicazione: ottobre 2016
Silele Edizioni
pagg. 567
euro 18,00

Vincitore del Premio Nazionale di Narrativa e Saggistica Un libro in vetrina nel 2021

Vincitore della categoria Giallo al Premio letterario Gerundo nel 2021

Vincitore del Premio Special Best al Concorso Internazionale Montefiore edizione 2020



L’improvvisa scomparsa di un riservato imprenditore milanese proprietario della tv privata Rete Duomo getta nella disperazione tutti i suoi dipendenti e dà l’avvio a una serie di domande: una fuga, un suicidio, un rapimento? Oppure quale altro motivo si cela dietro la mancanza di sue notizie che si protrae ormai da giorni? E ancora: sarà in grado l’emittente, in crisi da anni, di sopravvivere in un mondo dove la concorrenza è sempre più spietata? Riuscirà infine un importante network inglese a risollevarne gli ascolti riportandola in utile? Le indagini dell’ispettore Guglielmo Gui gireranno a vuoto per mesi finché la verità verrà a galla - letteralmente - in modo inaspettato.
Lodovico Moro, il protagonista del romanzo, è un uomo dalla personalità scontrosa e tormentata che vive nella discrezione più assoluta, circondato da una ristretta cerchia di collaboratori, e che trascorre le giornate tra impegno per il proprio lavoro e passione per la boxe. La sua vicenda umana e professionale inizia quando il televisore si affaccia nelle case italiane.
Una storia che si dipana quindi lungo l’arco di sessanta anni fino ai giorni nostri svolgendosi perlopiù dietro gli schermi, dalle prime trasmissioni televisive in bianco e nero al successivo moltiplicarsi dei canali, dalla tv come unico mezzo di diffusione fino al prepotente sopravanzare della Rete. Un noir ambientato in una Milano che si trasforma di continuo, specchio di quel Paese a volte ingenuo, in altre occasioni grottesco, che smania alla ricerca di un solo obiettivo: ottenere il proprio quarto d’ora di celebrità.

Il libro è stato ufficialmente presentato a Bergamo, nella prestigiosa Sala Galmozzi, venerdì 28 ottobre 2016



Massimo B.
È il secondo libro di Roberto Robert che ho letto io... il mio primo é stato il suo ultimo, forse ho intrapreso il percorso in senso inverso... non importa, quello che conta è averli letti, ed ora cercare gli altri.
PIACEVOLE, SCORREVOLE, INCALZANTE... lo ho letto quasi con ansia... "fino al suono della campana"

Dominique D
Bellissimo libro!


Michela N.  Il lettore assiste, tramite la fortunosa epopea che porterà la "Rete Duomo" di Moro sempre più in auge, all’evoluzione della televisione stessa dagli anni ’50 a oggi, nonché all’evoluzione di Milano, che prende corpo da una rara minuzia storico-geografica, fondamentale elemento del realismo imperante.
Il giallo della scomparsa di Lodovico Moro, che lascia infine il posto alla coinvolgente indagine dell’ispettore Gui, è il sottile filo che tiene unite tutte le vicende. Fino a una conclusione che lascia allo spettatore l’ardua sentenza: è dunque la nostra epoca, così crudamente mediatica, ad essere teatro delle più violente e crudeli scariche di ganci e colpi?
Assolutamente consigliato.

Ringrazio l'opera preziosa di Maria Di Pietro che ha voluto regalarmi questa sua recensione
Ciao a tutti, oggi il venerdì bergamasco ci porta in tv, anzi ci riporta la tv e le sue tante storie. Roberto Robert scrittore di alto livello, è funzionario di assicurazioni, giornalista pubblicista, attivo rotariano e cattolico. Vive, lavora e si prodiga a Bergamo, dove è stato anche consigliere comunale. Scrive ormai da 18 anni ed ha prodotto romanzi di alta caratura con diversi riconoscimenti. Dedicato alla bergamasca ha scritto nel 2011 'Rossa la sera dell'avvenire' che verrà riedito quest'anno con prefazione di Graziano Del Rio. Il libro di cui, invece, voglio parlarvi oggi è uscito nel 2016, con prefazione di Giorgio Gori ed è il suo romanzo più lungo. 570 pagine, che ho letto in 2 giorni. Un tomo che apparentemente si perde in narrazioni degne di un ispettorato, ma che non sono per nulla inutili e banali e che concorrono all'economia di un vero romanzo storico d'autore. In questa appassionante opera sono raccontati 66 anni di televisioni e network locali, ma anche 66 anni in cui questo elettrodomestico ha cambiato la civiltà ed i suoi valori. Il racconto è ambientato a Milano, per noi bergamaschi La Capitale, del cui riflesso siamo sempre un po' vissuti. A Milano nascono le idee e il lavoro e Bergamo si fa corollario attiva, benché goda anche di storia e iniziative proprie. Bergamo nel romanzo compare solo per una fugace toccata del protagonista ad una mostra personale sul Testori. Enormi dipinti che raccontano il mondo della box con gli spaccati di vita che il ring rappresenta. Sport, la box, che sarà il motivo di sottofondo e la chiave di lettura delle tante vicende raccontate. In 570 pagine, non molte se si pensa alla quantità di eventi accaduti in questi pochi decenni ed ai forti cambiamenti della società, potrete rileggere la storia delle tv locali, la fortuna e la sfortuna di tutti coloro che della tv ne hanno fatto il loro lavoro e la loro ragione di vita. Rivivrete eventi sportivi e politici, fatti di costume ormai dimenticati, ripercorrerete le vie di una Milano sempre al centro. Centro del giornalismo, della politica, del management, del malaffare, delle università, dello sport e della moda.
Ricorderete i personaggi che ci parlavano dall'enorme scatola luminosa e che Roberto Robert ha riesumato per analizzarne il significato civico e la rilevanza sociale.
Per me, che la tv l'ho sempre fruita pochissimo, questi 2 giorni di lettura non sono stati solo un revival, ma una vera lezione di storia contemporanea in cui non è stato trascurato nulla. Nemmeno i sentimenti, le aspettative e le delusioni, l'amicizia più vera e l'arrivismo delle insaziabili affamate di notorietà e visibilità. E non è mancata neppure la profonda critica morale nei confronti di questo aggeggio, la tv, che è ha inventato e avvelenato il popolo con la sua attrattiva più forte: la notorietà. La spasmodica ricerca del favore delle telecamere è ciò di cui ancora oggi soffriamo tutti quanti. Roberto Robert con 'Finché suona la campana', titolo che unisce la morale della box e di Hemingway, ha generosamente raccontato in un lungo turbinio di eventi fondamentali per capire chi siamo oggi e come siamo arrivati fin qui. Ha acceso riflettori e microfoni, studi televisivi e uffici, ha azionato la macchina da presa. Onde elettro-qualcosa che ci stordiscono e che poi si spengono, e che ci abbandonano a quella luce fioca al centro dello schermo. Un minuscolo puntino bianco che alla fine scompare. Pochi attimi di quasi buio, che accendono la luce delle riflessioni dentro di noi. Fine delle trasmissioni.

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1 commento:

  1. Buona Domenica a tutti , sono stata un po' assente ma non mi stanco mai di leggere libri e storie che fanno riflettere ...storie vere e non ...l'importante è per me cio' che ti suscitano dentro . I libri di Roberto ti stimolano a saperne sempre
    di piu' , ironia , storia ben dettagliata ma scorrevole , un mix di concetti ed empatia .
    Complimenti Roberto anche per condividere con noi altre interessanti letture .
    Onorata di averti conosciuto in ambito professionale , per i corsi assicurativi , da li' ho capito subito che tanta ironia ed umilta' proveniva da tanta cultura ; ai tuoi corso non ci annoiavamo mai ..chissà perchè...beh ora lo so ..

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