ANDREA VITALI E LA FIRMETTA

(OVVERO: LA GRANDE IRONIA SU DI NOI STESSI)

 



Instancabile e inarrestabile, Andrea Vitali cucina un altro dei suoi “piatti” letterari per deliziare i lettori, dal titolo COSA È MAI UNA FIRMETTA.
Il paragone culinario deriva dalla mia recente conoscenza con l’autore, avvenuta per l’appunto durante una cena; ma credo, comunque, che la similitudine si adatti alla perfezione, visto l’esito assai succulento.

La vicenda si snoda lungo la consueta sponda lecchese del Lario, scenario tradizionale delle narrazioni di Vitali, e precisamente nella striscia di terra che da Bellano scende a Lecco - o che da Lecco sale a Bellano, la storia si sviluppa durante il continuo saliscendi dei personaggi, a volte in treno e altre invece in auto.

Protagonista è Augusto Prinivelli, giovane e goffo perito industriale che, a fronte dell’esistenza di uno stabile di proprietà di una sua zia, si trova di fronte a un bel dilemma: lasciare che la congiunta venga a mancare per cause naturali e di conseguenza ereditare l’intero palazzo, o tentare di convincere la vegliarda a cederlo – cosa è mai una firmetta, appunto, pensa interessato – prima della sua scomparsa?



Via via, la storia si arricchisce di vari personaggi nomi, uno più godibile dell’altro. La presenza di originalissimi nomi che popolano le narrazioni di Andrea Vitali rappresenta, come è noto ai suoi lettori, uno tra i maggiori motivi di divertimento, che di certo coinvolge anche l’autore nel momento della stesura: troviamo così, per esempio, la vecchia zia Tripolina, la giovane sposa Birce assieme alla di lei madre Voluina e all’ex fidanzato Censorio, e Magnete il ragioniere; oppure, altri protagonisti vengono identificati con il solo cognome – il Caraffa, lo Stazzone – o con salaci soprannomi, che spaziano dal funereo Cassa da Morto al più grottesco Braccino.

L’evolversi della trama in breve si sviluppa con toni farseschi, vicini alla classica pochade; e i colpi di scena che si susseguono – maschi dediti a variegate storie di letto, mogli sempre più sospettose, interessi economici ipocritamente smentiti con toni accorati – nelle ultime pagine sfociano in un finale forse atteso ma non per questo meno gradito.

Che dire, in conclusione: le storie di Vitali possono apparire un poco ripetitive? Forse sì. Ma fa parte del loro fascino. E se piacciono così tanto, alla fine, perché privarsene? In un mondo che si avvita su se stesso, tra pandemie, guerre e tragedie d’ogni tipo, nulla vale quanto un sorriso. Perché sorridendo, mentre pensiamo di sbeffeggiare gli altri in fondo scherniamo noi stessi, e le nostre ossessioni grandi e piccole.


 LA CUCINA SUPERSTRAMAGICA, di Teresa Capezzuto


L’autrice bergamasca Teresa Capezzuto, amata dai piccoli lettori (e apprezzata anche dagli adulti) firma il suo undicesimo libro dal titolo La cucina superstramagica, dedicato a bambine e bambini dai sei anni in suo. La incontriamo per un breve incontro, chiedendole qualcosa della storia. 

“Dove sono finiti Mattarello, Colino e Frullino, Mortaio e Pestello, Mestolino, la tribù delle forchette?” entra subito nel vivo l’autrice. “In una locanda lontana, Rita la cuoca si ritrova all’improvviso sola, finché un incontro inatteso e la magia dell’amore cambieranno la vita di tutti.”

“Non dirmi che ti sei data ai libri gialli” scherzo io, un po’ stupito.

“No, no, non ti preoccupare” sorride lei. “Anzi, è una storia molto profonda che lega il tema dei diritti a quello dell’affettività, aggiungendo una delicata sensibilità.”

 

“Allora per me non rappresenti un terribile concorrente” commento sollevato. “Ma fammi capire meglio di che si tratta.”

“Il motore dell’azione” mi spiega, “è rappresentato da un vero e proprio sciopero delle   stoviglie – veri e propri personaggi caratterizzati a livello psicologico - trascurate dalla chef per via di una delusione amorosa. Alla fine, per fortuna, un evento a sorpresa rimette le cose a posto: così la cucina di Rita, in una locanda lontana dai ristoranti conosciuti, tornerà ad essere inclusiva ospitando di nuovo anche gli esseri umani, insieme a gnomi e giganti, mummie e zombie, streghe e maghi, elfi e fate”.

“Un'ultima cosa. Con chi hai collaborato per la realizzazione di questo libro” le chiedo in chiusura.

“Desidero ringraziare Giovanna e Maurizio Marsi di Edizioni il Ciliegio ma anche l’illustratrice Albertina Neri che ha attinto a un immaginario cinematografico, trovando per ogni coppia di strumenti da cucina una corrispondente coppia famosa di film cult, inserendo fra i disegni dei riferimenti più o meno espliciti. Starà alla bravura dei lettori capire a chi s’ispirano gli attrezzi da cucina e la stessa cuoca, dal cuore ferito e poi risanato”.

 

Per maggiori dettagli, il sito dell’autrice è Teresa Capezzuto - Autrice – Sito ufficiale

 



 LE ALI DELL'ANIMA

di Antonia Picone




Incontro Antonia Picone, giovane amica e poetessa, che da pochi mesi ha realizzato il sogno di poter pubblicare la sua prima opera, affinché ci racconti la sua esperienza.

“Questa raccolta di poesie” ci dice, “nasce da un’esplosione nel cuore, dalla necessità di trasportare su un foglio bianco tutte le emozioni che a volte ci assediano, dal desiderio di cristallizzare quel sentimento che non riusciamo a controllare e che sentiamo essere talmente forte da non poterlo contenere nell’anima, quell’anima che si riempie di ogni sensazione, di ogni silenzio e di ogni rumore.”

Vedo, infatti, che il titolo della tua raccolta è ‘Le ali dell’anima’. Come ti è venuto in mente?

“La nostra anima è un dono prezioso” spiega convinta, “è la lavagna della nostra Esistenza, contenitore e traccia di ciò che incontriamo, testimone di quello che viviamo e sentiamo nel bene e nel male e che inevitabilmente lascia un segno dentro di noi, connotando le sfaccettature della nostra Vita.”

Ma al giorno d’oggi, ha ancora senso parlare di anima, con tutte le brutte notizie dalle quali purtroppo veniamo bombardati?

“Una delle emozioni più forti che ciascuno di noi può provare è l’amore. L’amore è l’esperienza più importante: quella che ci accompagna dai primi momenti della nostra Vita attraverso l’affetto dei nostri genitori, quella che ci segue nell’adolescenza quando l’amore viene idealizzato, quella che ci fa sentire realizzati quando incontriamo qualcuno che ci fa sentire speciali che ci sconvolge la Vita e ci migliora. Ma l’amore, lo sappiamo” e qui Antonia affronta anche la domanda, “è anche esperienza di sofferenza quando veniamo delusi, quando comprendiamo che ciò in cui abbiamo creduto era un’illusione: quindi, amore e vita sono strettamente legati. L’amore è il sale che insaporisce le nostre giornate, è il colore che dipinge il mondo in bianco e nero che ci circonda, è la musica che infrange il silenzio.”


Stiamo parlando di emozioni e sentimenti assai radicati e, oserei dire, molto tradizionali. Però tu hai realizzato un’opera all’avanguardia, invece, non il solito libro stampato.

“Sì, in effetti si tratta di un audiolibro in collaborazione con la casa editrice Aletti. E’ un approccio diverso alla lettura, perché la voce recitativa permette di assaporare con maggior intensità tutte le innumerevoli sfumature del testo. Credo che le opportunità e le novità in campo editoriale debbano essere sfruttate quando si presentano, anche se si tratta di poesia che è una realtà antica quanto l’uomo.”

Domanda d’obbligo per concludere: i tuoi prossimi progetti?”

“Ne ho diversi. Innanzitutto, quando sarà possibile uscire anche con la edizione cartacea di questo libro, affinché sia accessibile a tutti i lettori. Poi, voglio continuare in questa mia veste di scrittrice, ho in animo di comporre ancora altre poesie e anche qualche libro di racconti.”


                                              LA VERITA' HA IL SAPORE DEL MARE

                                                              di Giuseppe Sorda


Ho avuto il piacere, nelle settimane scorse, di leggere in anteprima il gustoso noir La verità ha il sapore del mare, scritto da Giuseppe Sorda, medico anestesista di Benevento. Grande appassionato di gialli, dopo averne letti a centinaia ha scelto di cimentarsi di persona.

Ci siamo sentiti telefonicamente in questi giorni.

“Giuseppe carissimo! Il tuo libro mi è piaciuto molto, lo vorrei consigliare sul mio blog. Racconti in breve di cosa tratta?”

“Guarda, per incuriosire i futuri lettori bastano poche parole: un giornalista di nome Nico, una scomparsa misteriosa che avviene in una tranquilla libreria di Benevento, e un viaggio tra segreti e tradimenti. Come spesso avviene, accanto al protagonista comparirà una simpatica presenza femminile; ma per cercare di capire la soluzione occorre sapere che nulla della storia è come sembra, e che la verità ha un prezzo.”

“Ottima sintesi. In effetti, il libro scorre veloce, con uno stile fresco che richiama, ma in modo originale, qualche nostro collega più affermato. So che hai raggiunto un traguardo a cui tenevi molto.”


“Sono contentissimo! Il libro verrà pubblicato la prossima primavera, sia in cartaceo che come e-book, grazie ai lettori che l’hanno già prenotato e che ringrazio di cuore. Naturalmente è sempre possibile partecipare al crowdfunding, vorrei portare il romanzo verso obbiettivi ancora più importanti.”

“Complimenti! Ci fornisci i link necessari, allora?”

“Ma certo, eccolo: https://bookabook.it/libro/la-verita-ha-il-sapere-del-mare/

 


                COME BRICIOLE SPARSE SUL MONDO

di Aurora Cantini
 

Buongiorno, Aurora. Ci vuoi per prima cosa illustrare quale è stato finora il tuo percorso letterario?

Vivo, fin da quando ero bambina, in compagnia dei libri e delle storie che a mia volta scrivo. La poesia mi ha sempre attratta, così come la scrittura, attraverso le storie create sul selciato già da piccola. Infatti fin dalle elementari scrivevo poesie su richiesta delle mie compagne di scuola, oppure copiavo quelle più significative dalla mia rivista preferita, la mitica “Primavera”. Per me scrivere è un bisogno vitale, ho respirato l’amore per la vita e la natura correndo sui prati della mia amata Amora, sotto la Cornagera, altopiano di Selvino, Valli Bergamasche. Nel 2021 ho festeggiato i miei 50 anni di vita letteraria, partendo dalla prima poesia scritta a scuola in terza elementare e letta in pubblico dalla mia maestra. Il 2023 è per me un anno carico di emozioni perché sono passati esattamente 30 anni dalla mia prima pubblicazione, il libro di poesie Fiori di campo, che ho presentato alla sesta edizione del Salone del Libro di Torino il 23 maggio1993.

Immagino che tu abbia ricevuto diversi riconoscimenti.

Ho il titolo onorifico di Cavaliere per la poesia ricevuto a Roma; quello di Poeta insigne e ho il titolo onorario di Ambasciatrice per la Memoria insieme a Maria Falcone ricevuto dal Comune di Selvino e dall’Associazione “Children of Selvino- Figli della Shoah” per il Museo Memoriale Sciesopoli Ebraica, oltre a tre primi posti ai concorsi letterari.

Quali sono le tue pubblicazioni?

In libri di poesia ho dato alle stampe: Fiori di campo; Nel migrar dei giorni; Uno scrigno è l’amore; Oltre la curva del tramonto; Sopra le nuvole il mare. Come romanzi: Una tra i Mille Anita; Il bambino con la valigia rossa i bambini trovatelli nella Seconda guerra mondiale. Tra i libri di narrativa e saggistica: Lassù dove si toccava il cielo la vita contadina del passato; Un rifugio vicino al cielo le 5 famiglie italiane di religione ebraica nascoste dal ’43 al ’45 in un paesino delle Orobie bergamasche protette dall’intera popolazione; Nel cuore di Sciesopoli l’ex colonia fascista di Selvino dal 1933 al 1985 come Istituto Assistenziale che accolse più di 800 bambini ebrei orfani sopravvissuti alla Shoah; Ero un figlio di N.N.; Un campo di stelle il mio riposo il mistico Fra Pacifico da Amora; Come una fiamma accesa i 5 fratelli Carrara combattenti e caduti nella Grande Guerra; Una voce dimenticata-il grande Tenore bergamasco Federico Gambarelli; Manzù e Aviatico; Don Giovanni Carrara e le altre vittime del mitragliamento al treno della Valle Seriana del 29 gennaio 1945; La colonna sonora della mia vita il compositore dj Fabio XB Carrara e la sua coraggiosa lotta contro la leucemia. Infine negli ultimi anni mi sono dedicata ai libri per ragazzi a scopo benefico per i bambini malati: I Quarzi di Selvino; Il Tesoro della Stella; prossimamente La bambina azzurra.

Come è nato questo nuovo romanzo?

Quel terrificante pomeriggio dell’11 settembre 2001 io ero a casa con i miei figli adolescenti. In tv trasmettevano i Simpson, quando i cartoni vennero sostituti dalle immagini della prima Torre in fiamme. Da quel momento la tv rimase accesa in diretta. Non era un film quell'aereo che entrava oltre la parete di acciaio della Torre Sud mentre io e la mia famiglia seguivamo la diretta di Emilio Fede. Io ce l'ho ancora in mente. E mai lo dimenticherò. Vidi tantissimi puntini neri volare giù, erano le persone che avevano deciso di non aspettare di morire. Più di 200. È la cosa che mi è rimasta impressa più di tutte. Come schegge nel profondo del cuore. Mai più sono riuscita a togliermi le immagini di quei corpi in volo. Come prima cosa, dirompente, in quella stessa sera, è uscita la poesia “Ora che i giorni cadono” che ha vinto il concorso letterario a Buscate nel 2008. E il giorno dopo ha preso vita Luisella, la protagonista del mio romanzo, che è ispirata ad una reale ragazza della Valle Brembana. Il primo capitolo del romanzo, scritto in forma di diario di bordo, reca la data di maggio 2001, il conto alla rovescia verso la tragedia era scoccato.

 


Un titolo che sa di fiaba. Perché?

Come briciole richiama innanzitutto un ritornare a casa, anche solo nella memoria, un cammino verso la luce, un ritrovarsi e riemergere nonostante tragedie che spaccano la vita; sono le briciole sparse da Pollicino per ritrovare la via di casa dopo essere sfuggito all’Orco, o da Hansel e Gretel che, seppur in balia della strega nella casa del bosco, riescono a sopravvivere, a riprendere la via del cuore. Non siamo mai soli, la strada è lunga da percorrere, qualcuno è sempre accanto, basta saper vedere oltre. Penso che il sogno di ogni uomo sia lasciare un'impronta di sé, per trovare l'immortalità. Oltre a ciò, le briciole rappresentano anche l’impatto visivo più sconvolgente di quella terrificante giornata dell’11 settembre: la polvere, l’immensa coperta di cenere bianca distesa come un sudario sul cielo azzurro di New York, sul mondo che osservava dilaniato e impotente. Tutti noi eravamo là davanti alla tv quel giorno. La persona che ha ispirato il titolo è Marcy Borders, la ragazza immortalata nella famosissima fotografia che la ritrae interamente ricoperta di cenere bianca. Mi colpì talmente tanto che l’ho voluta sulla quarta di copertina.

Perché scrivere un romanzo sulla tragedia delle Torri Gemelle partendo da lontano, dalle montagne bergamasche?

Sono nata e cresciuta sulle montagne bergamasche. Quindi è stato naturale per me partire dalle mie valli. Anche perché il personaggio di Luisella, seppur immaginario, è ispirato ad una figura reale e alla sua esperienza di vita nel paese di Sant’Antonio Abbandonato, un piccolo paese dell’Alta Valle Brembana che, come tanti altri, subisce le conseguenze desolanti dell’abbandono, dello spopolamento, dell’emigrazione, dello spaesamento. Eppure chi continua ancora ad abitare in montagna sa che è un amore senza fine, pagato con la fatica di alzate all’alba, isolamento e poca comodità, strade tortuose sempre in agguato, neve da spalare, catene da montare, ghiaccio, nebbia, temporali improvvisi con cui fare i conti dieci mesi all’anno.

Quale artificio hai attuato per inserire nel tuo racconto la tragedia delle Torri Gemelle senza cadere nella semplice cronaca?

Ho adottato la tecnica di far vivere alla mia protagonista, Luisella, un viaggio degli States, il classico Tour della costa che termina proprio a New York con l’ovvia salita alle Torri Gemelle, basato minuziosamente sul viaggio che mia sorella ha fatto decenni fa. Alle ore 8.48 Luisella e i compagni di viaggio, insieme alla guida, sono ai piani alti della Torre Nord. Da lì, basandomi sui dati offertomi dai giornali e dal web, ho ricostruito quella drammatica giornata, vivendola dal di dentro, dal punto di vista di chi era all’interno, senza dare giudizi o impostazioni politiche, semplicemente dando voce a quelle migliaia di storie semplici, madri e padri usciti di casa, figli e figlie impegnati nelle quotidiane faccende lavorative, i quali improvvisamente, senza colpe, si ritrovano sull’orlo del baratro. Ho provato a raccontare dal di dentro, dal punto di vista di chi, in quell’ammasso arroventato di lamiere, si è visto stroncare ogni sogno, ogni possibilità di aggiungere un altro giorno su questa terra. I fatti, sì, le parole, la cronaca della giornata che ha mutato l’idea di “Storia” e ribaltato ogni visione del mondo, lo scenario catastrofico e l’orrore infinito che ha imprigionato la Grande Mela, ma anche i sentimenti, le emozioni, la paura, il terrore provato da coloro che sapevano che non sarebbero mai riusciti ad uscirne vivi da quell’Apocalisse di polvere e morte. Senza dimenticare l’Amore.

Non è un po’ un controsenso parlare d’amore in una tragedia così immensa come quella delle Torri Gemelle?

Seppur nella tragedia, ho cercato di far prevalere l’Amore, verso la Vita, verso la persona amata nel suo continuare a vivere, verso la propria famiglia e la propria Terra, per dare un senso a quei fatti che resteranno impressi nel nostro animo. E c’è una bellissima storia d’amore, quella tra Luisella e il taciturno e solitario Rafa, un giovane muratore del suo paese, che, seppur amando pazzamente la ragazza, non trova le parole adatte per dichiararsi. Proprio un po’ come i giovani di montagna, avvezzi al lavoro, alla fatica, ma timidi nel mostrare il loro lato intimo, dolce, indifeso. Come dico sempre “Dietro la scorza più ruvida dei nostri montanari, brilla la tenerezza più morbida”. Il ricordo e la pietà verso tante storie bruciate nel vento ci possono aiutare a creare nuovi uomini e nuove donne, più tolleranti e globali nel vero significato, che solo l’Amore e la Fratellanza possono decifrare.

Perché acquistare “Come briciole sparse sul mondo”?

Penso che da tragedie come queste si debbano ricavare delle riflessioni, che possano contribuire a rispettare veramente la Vita umana: solo così il sacrificio di tutte le anime che vennero fuse alle lamiere delle Torri Gemelle potrà trovare finalmente un degno riposo ed una pietosa rassegnazione. Dice ancora Luisella “Non basta andare in America per scoprire come è fatto il mondo. È la vita di tutti i giorni, qui, sulle montagne ormai quasi disabitate, tra la neve da spalare e il ghiaccio da sciogliere per non cadere, che ci dice che siamo davvero vivi.”

C’è qualcuno a cui devi un ringraziamento?

Devo ringraziare mia sorella Angela e il marito Matteo per avermi illustrato con grande pazienza, gentilezza e competenza, il loro primo viaggio negli States, avvenuto nel 2004, fornendomi cartine, CD, disegni, libri, manuali di viaggio, spiegandomi i tragitti e gli spostamenti, scrivendo il diario di bordo, raccontando il clima, la gente, il mondo americano. I nomi degli hotel, delle guide turistiche, i tragitti, i percorsi, gli scambi anche di relazioni, le informazioni, le persone incontrate durante il tour, sono tutti reali. Grazie anche a mio marito e amico Oliviero, uomo di montagna, sicuro, forte e affidabile come la roccia che lo lega a questa terra: è stato nell’osservare il suo instancabile operare nella quotidianità, nell’ascoltare le sue storie di ragazzo contadino, muratore ed emigrante cottimista negli Anni Settanta, nel vedere con quanta tenacia ancora e sempre non permette di dimenticare la memoria delle contrade svuotate e l’esempio dei genitori, che ho potuto creare il personaggio di Raffaele, il ragazzo che ama Luisella.

Dove si può trovare il romanzo?

Il romanzo si può ricevere direttamente da Amazon o contattando l’autrice: auroracantini@pennadautore.it

https://www.amazon.it/Come-briciole-sparse-sul-mondo/dp/B0C63M3TG5/ref=mp_s_a_1_1?qid=1685180903&refinements=p_27%3AAurora+Cantini&s=books&sr=1-1

 

Per concludere, quali saranno i tuoi prossimi progetti?

A novembre 2023 uscirà il mio terzo libro per ragazzi, che fa parte della trilogia dedicata alle storie dell’Altopiano. Si intitola La Bambina Azzurra, ambientato nel borgo di Predale sull’Altopiano Selvino Aviatico, oggi ridotto a ruderi, ed ha per protagonista una bimba gitana, zingara, realmente esistita nei racconti degli anziani tramandati da generazioni. Una bambina considerata speciale nella sua tribù, perché sordomuta, ma osteggiata dagli abitanti perché “diversa”. Il ricavato andrà all’Ente Nazionale Sordi di Bergamo che si occupa dei bambini sordomuti, che ancora oggi trovano molte barriere al loro percorso di crescita e di accoglienza. 



 

 LA LUNGA STRADA DI CASA - Romanzo

Autore Fabrizio Mauceri

pag. 200

Amazon.it: La Lunga Strada di Casa - Fabrizio Mauceri - Libri

"Hai mai pensato di mollare tutto e tutti e di scappare? Di mettere tutto quello che hai in una valigia o in uno zaino e di partire in giro per il mondo? Io l'ho fatto. Andavo all'università e mi sentivo oppresso da un mondo che diventava sempre più competitivo in cui il destino di ognuno di noi era inesorabilmente segnato da una vita di fatiche, lavoro e sacrifici. Ed allora ho pensato di andare a vedere se la vita poteva offrirmi qualcosa di diverso. Ho mandato tutti a quel paese e me ne sono andato in giro per il mondo, con quattro soldi in tasca, o poco più e tanta voglia di scoprire. Questo romanzo racconta di quella esperienza, anche se persone, cose e fatti sono stati romanzati e modificati".

Fabrizio Mauceri, buon collega di qualche tempo fa, è noto come scrittore di manuali assicurativi, materia riservata agli addetti ai lavori. In questa circostanza si rivela invece prosatore puro, dando alle stampe LA LUNGA STRADA DI CASA, (da non confondere con l'omonima opera di Danielle Steel), un brillante romanzo che mescola ricordi e immaginazione, pubblicato in proprio con ‘ilmiolibro’.

Che si tratti di una decisa svolta narrativa, lo stabiliranno i lettori. Ma i presupposti ci sono tutti.


 LE ALI DELLA BICICLETTA 

Edizioni bookabook


Possono tre semplici azioni cambiare la tua vita e mettere in dubbio tutte le tue certezze, facendo crollare il mondo che con fatica e dedizione hai costruito? È quello che succede a Linda quando, raggiunta finalmente una certa stabilità economica e sentimentale, si rende conto di vivere una vita che non le appartiene e inizia a dubitare dei pilastri su cui ha costruito la sua intera esistenza.

È la storia di come una donna, che per anni ha messo in disparte la sua persona, inizia a riappropriarsi dei suoi spazi, dei suoi desideri e della sua personalità. Perché è proprio mettendo in dubbio noi stessi e ciò che ci circonda che riusciamo a trovare il nostro posto nel mondo.

Le ali della bicicletta - bookabook


Linda Pennone
nasce a Napoli nel 1969. Di formazione umanistica, collabora per diversi anni con l’Ateneo Federico II, occupandosi di orientamento universitario. Nel 2011 si trasferisce con la sua famiglia a Bergamo, dove attualmente vive e lavora. Attratta da tutto ciò che ha a che fare con la creatività, si dedica sin da bambina alla realizzazione di ritratti a matita. La scrittura rappresenta da sempre un modo per dar voce alle sue emozioni. Le ali della bicicletta è il suo primo libro o, come lei ama definirlo, il suo primo “ritratto a penna”.

                                       Il misterioso medaglione d’Oriente                                   Un romanzo d’avventura a tinte g...