Ilio 1184 a.C. La Fine del Mondo 

Il mito trasformato in storia: la prima grande guerra tra Oriente e Occidente, la guerra che Omero non ha potuto raccontare.


Questa settimana incontriamo un libro dedicato alla mitologia greca, autore lo scrittore fiorentino Matteo Palli, edito da SILELE EDIZIONI e sempre disponibile nelle migliori librerie. 

La trama, assai articolata, si dipana per 20 anni, a partire da quanto accade un giorno sull’isola di Salamina. 

Due bambini giocano su una spiaggia assolata. Ridono, Aiace e Teucro, si tuffano in acqua, si rincorrono nel tempo senza tempo dell'infanzia, ignari del futuro che il padre, re Telamone, ha in serbo per loro.

Presto saranno separati: Aiace, il maggiore, verrà affidato alle sagge cure di Chirone. Dovrà diventare uomo, imparare le arti della guerra, fortificare il carattere soffrendo la fame, il freddo e ogni privazione. Tutto ciò per essere pronto, un giorno, ad assolvere al compito per cui è stato generato: diventare sovrano e guidare il suo popolo.

Teucro rimarrà a Salamina. Immerso nella tristezza attenderà con ansia il ritorno di Aiace finché il fato, molto tempo dopo, non deciderà di riunirlo al fratello per la più grande e la più crudele delle imprese.  

Aiace dividerà il duro addestramento con un altro bambino, più gracile e più timido di lui, il cui nome diventerà leggenda: Achille, figlio di Peleo il fratello di Telamone. Il saggio Chirone, dopo aver istruito i padri, si troverà di fronte a un nuovo gravoso impegno: addestrare i figli.

Achille e Aiace conosceranno presto la saggezza del maestro, ma anche la paura, la rabbia, l’odio e il desiderio di vendetta. Prima che le loro strade si separino, dovranno cimentarsi in quella che sarà la loro prima battaglia, fianco a fianco, per difendere proprio Chirone.

Qualche anno più tardi Aiace accompagnerà il padre Telamone in visita al sovrano Tindaro. In quell'occasione sarà protagonista di due eventi, apparentemente casuali, che segneranno per sempre la sua vita. Salverà, mettendo mano alle armi, la vita di uno sconosciuto assalito dai briganti. L'uomo, che si rivelerà essere Diomede di Argo, vincitore della guerra di Tebe, diventerà negli anni a venire l'amico più fidato del principe di Salamina. Il secondo evento, una banale lite durante i giochi, farà nascere invece una profonda e insanabile ostilità, portatrice in futuro di nefaste conseguenze, fra Aiace stesso e i potenti Atridi, Agamennone e Menelao.   

La situazione poi rischierà di degenerare, finché nella piana di Troia si compirà il destino dei due fratelli e di altri personaggi resi famosi dai versi di Omero: tutti loro saranno protagonisti di una guerra sanguinosa, atroce, che vedrà assenti gli Dei, evocati solo nelle disperate grida degli uomini agonizzanti.

Crudeli e valorosi, risoluti e spietati, alcuni combatteranno per la conquista o per la gloria immortale, altri per difendere la propria casa, i più, semplicemente, per restare vivi. Per i migliori di loro l'impossibile diventerà a tratti possibile: si sentiranno più affini a un avversario leale che a un compagno d'armi. Perché quel gioco terribile che è la guerra, sarà persino capace di mischiare le carte in tavola e di cambiare posto ai giocatori. Nei lunghi anni, l’ardore giovanile e la voglia di competere verranno meno, vinti dalla paura e dalla disperazione, e l’amicizia e il coraggio diventeranno gli unici valori per i quali valga la pena di aggrapparsi alla vita e di sfuggire la morte. Quando questa calerà il suo velo per molti sarà accolta come unica via di fuga, come salvezza della propria anima.

Molti degli uomini che per anni combatteranno sulla piana di fronte alla città, non vedranno la fine della guerra: qualcuno dei sopravvissuti si sentirà un vincitore, ma nessuno un uomo migliore. 

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