Scrivere: descrivere o evocare?


Il quadro mostrato qui sopra, del maestro sivigliano Diego Velázquez, rappresenta due figure, in spagnolo enano e perro ovvero un nano con un cane.

Qual è il titolo di questa famosa opera dipinta intorno alla metà del Seicento? È “Enano con un perro”. Grazie tante, dirà qualcuno, ci ero arrivato da solo. La questione, in realtà, non consiste in un banale gioco di parole, ma è bensì assai più complessa in quanto affronta l’essenza stessa dell’arte di scrivere.

Scrivere in senso letterario non significa semplicemente ‘descrivere’. Raccontare le vicende degli uomini – gli amori, le guerre, le relazioni, le passioni, i conflitti – non vuol dire inanellare una sequenza di parole che si limita a esporre in modo cronologico quanto accade durante lo svolgersi degli eventi.

Scrivere in senso letterario significa ‘evocare’, cioè suscitare emozioni. I fatti - ciò che capita ai personaggi - vanno presentati non in modo diretto ma attraverso immagini e sensazioni.

Un esempio, ancorché breve, può aiutare a comprendere meglio.

“Roberto quel pomeriggio doveva vedersi con Emanuele, si erano dati appuntamento per le cinque nel bar centrale della città. Roberto camminava veloce perché era in ritardo. Quando finalmente giunse nel locale si accorse che era molto affollato, e faticò a trovare l’amico seduto a un tavolino in fondo.” (modalità descrittiva)

“Un’occhiata veloce all’orologio: le cinque e dieci. Roberto allungò il passo, sapeva che Emanuele era puntuale agli appuntamenti e gradiva che lo fossero anche gli altri. Ecco il bar, finalmente, quello elegante in centro città. Spinse la porta, entrò trafelato, il frastuono delle voci lo colpì in modo fastidioso. Si sollevò sulla punta dei piedi per guardare oltre le teste finché scorse l’amico nel posto più distante, l’ultimo tavolino in fondo.” (modalità evocativa)

L’immedesimazione nel personaggio (l’ansia per il ritardo, il disappunto per l’amico seminascosto), l’uso dei sensi (il vocio fastidioso), le movenze corporee (la corsa, l’apertura della porta, l’alzarsi in punta di piedi, lo scrutare): tutto ciò ‘evoca’, non ‘descrive’, e rappresenta la base indispensabile dalla quale iniziare, ovvero l’utilizzo della scrittura ‘descrittiva’ e non di quella ‘evocativa’.


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