Un buon romanzo noir può essere locale e
contemporaneamente globale? Esiste, cioè, la possibilità che un autore riesca a
coinvolgere lettori anche molto lontani per cultura e tradizioni?
La risposta è sì. Vi sono scrittori, studiati e
apprezzati anche a distanza di molti anni, che hanno emozionato persone in
tutto il mondo.
Qual è, quindi, il loro segreto? Perché riescono a
conquistare una sorta di immortalità? Le risposte possono essere molte.
Si diceva, in un commento della scorsa settimana, che
la letteratura noir è lo specchio delle più cupe vicende umane.
Sparizioni, tradimenti, bugie e sotterfugi sono la cifra caratteristica di ogni
trama noir che si rispetti. I protagonisti spesso nascondono dietro una
maschera di perbenismo le vicende più segrete della propria vita passata, manipolando
le persone nel tentativo di ottenere la fiducia altrui o di rincorrere i propri
interessi. E sono, queste, caratteristiche universali comuni a ogni popolo
presente sulla Terra.
I narratori in grado di scandagliare
l’animo umano e le sue eterne pulsioni attraverso il tempo - odio, amore,
passioni, speranze, tutto ciò che appartiene al vivere comune di oggi così come
all’inizio del mondo - si trovano davanti praterie amplissime. Ambientare
una storia in una metropoli del mondo occidentale o in una sperduta cittadina
posta ai margini della Terra, a questo punto non rappresenta un problema. E
fino a qui s’è parlato di global.
Per divenire più credibile possibile, però, la realtà
del narrato non può essere sospesa in uno scenario indeterminato. Ecco
allora che scorci, inquadrature, panorami, financo sapori e suoni tratteggiati all’interno
delle pagine caratterizzano con grande precisione il racconto, collocandolo in
una terra e in uno spazio definiti. L’uso del dialetto, la rievocazione di
tradizioni, vestiti, cibi, possono essere paragonate al sapiente lavorio della
lima dell’artigiano, che cesella ogni singolo pezzo evidenziando anche il più
minuto particolare. E qui, irrompe sulla scena il local.
In fondo, sono convinto che uno scrittore sia davvero un ‘artigiano della
parola’.
Anche quando un luogo è dettagliatamente descritto nella storia, questo diventa un luogo universale dove il lettore vi naviga con la sua fantasia. Questa infatti non è la prerogativa unica dellautore , ma soprattutto di chi legge.
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