E COSÌ VORRESTI FARE LO SCRITTORE

Mani che tamburellano sulla tastiera. Sguardo che fissa lo schermo vuoto.
Niente. Nemmeno una frase.
La sindrome da foglio bianco, detta anche blocco dello scrittore, esiste.
Io l’ho provata in ognuno dei libri che ho scritto, spesso più volte nello stesso libro.
Non c’è da vergognarsi. È naturale che accada, ne soffrono anche gli autori famosi. Quando succede, significa che il cervello sta mandando un avviso. Paradossalmente, se càpita è meglio.
Come superare l’improvvisa difficoltà?
Innanzitutto, il tempo dedicato alla scrittura dovrebbe essere più libero possibile da distrazioni. Niente telefono, tablet, giochini vari e soprattutto presenza sui social.
Così pure lo spazio che ci siamo scelti: raccolto, silenzioso, senza persone che vanno e vengono continuamente.
Inoltre, fondamentale è avere la mente sgombra da pensieri e impegni. Iniziare a scrivere qualcosa sapendo che tra un quarto d’ora, o mezz’ora, si deve uscire per un incontro o una commissione, procura un sottile stato d’ansia che nuoce alla concentrazione.
Ciò nonostante, può accadere che il foglio – o più spesso, lo schermo – continui a essere bianco – o vuoto.
Niente paura.
La soluzione immediata è quella di non perdersi d’animo e continuare comunque nella narrazione, pur sapendo che queste ultime parole verranno presto cancellate e sostituite. Intanto, non si è smarrito il ritmo della vicenda. Succede così anche in una corsa, o una maratona: se ci si ferma a rifiatare troppo a lungo, la ripartenza è durissima e si rischia di non arrivare al traguardo.  
Il dramma è però sempre in agguato: non si riesce davvero a proseguire. Si tratta di un segnale, un sintomo che qualcosa non va.
Siamo a un punto morto. C’è un problema: la trama non è stata studiata con cura; oppure, qualcosa stride: una circostanza, un personaggio, uno sviluppo della storia.
In questo caso, occorre essere onesti con sé stessi: seguitare a scrivere è un grave errore.
Meglio fermarsi e riesaminare l’intero plot, ovvero l’intreccio, e identificare cosa non stia funzionando.
È un grande atto di coraggio e umiltà; poi, superato lo scoglio, si ricomincia.
Perché tu vuoi proprio fare lo scrittore.

2 commenti:

  1. Scrissi, sempre scrissi, fortissimamente scrissi ... Perché scrissi? Tu non scrissi più? Sarebbe un peccato, è bello leggerti.
    E poi non sei Tu quello delle pagine bianche perché la trama non tiene o un personaggio è stonato, hai già in mente tutto con precisione.
    Si, forse ci può essere anche per Te il blocco, ma solo per un piccolissimo particolare insignificante: sei maniacale fin nel più piccolo dettaglio, sempre tutto a posto, lo studi prima l'argomento, Ti circondi di specialisti del settore per controllare che "tecnicamente" non ci siano sbavature, giusto un piccolissimo dettaglio Ti può fermare finché non Ti è chiaro.
    Mi raccomando: scrissi ancora.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La cura nei dettagli è un segno di rispetto nei confronti dei lettori, ritengo che debba essere un obbligo anche per noi autori 'minori' ( so di lanciare un assist a chi vorrà poi commentare la mia altezza... non letteraria).
      Non rispettare questo obbligo sarebbe come presentarsi a un matrimonio in un elegantissimo tight e poi avere le scarpe impolverate o la cravatta annodata male.
      Per il resto, scrisserò ancora. Anzi, in questi giorni sto scrissendo come non mai...

      Elimina

                                       Il misterioso medaglione d’Oriente                                   Un romanzo d’avventura a tinte g...