COME BRICIOLE SPARSE SUL MONDO
di Aurora Cantini
Buongiorno,
Aurora. Ci vuoi per prima cosa illustrare quale è stato finora il tuo percorso
letterario?
Vivo, fin da quando ero bambina, in compagnia dei libri e delle storie
che a mia volta scrivo. La poesia mi ha sempre attratta, così come la scrittura, attraverso
le storie create sul selciato già da piccola.
Infatti fin dalle elementari scrivevo poesie su richiesta delle mie compagne di
scuola, oppure copiavo quelle più significative dalla mia rivista preferita, la
mitica “Primavera”. Per me scrivere è un bisogno vitale, ho respirato l’amore per
la vita e la natura correndo sui prati della mia amata Amora, sotto la
Cornagera, altopiano di Selvino, Valli Bergamasche. Nel 2021 ho festeggiato i miei 50 anni di vita letteraria,
partendo dalla prima poesia scritta a scuola in terza elementare e letta in
pubblico dalla mia maestra. Il 2023 è per me un anno carico di emozioni perché
sono passati esattamente 30 anni dalla mia prima pubblicazione, il libro di
poesie Fiori di campo, che ho presentato alla sesta edizione del Salone del
Libro di Torino il 23 maggio1993.
Immagino che tu abbia ricevuto
diversi riconoscimenti.
Ho il titolo
onorifico di Cavaliere per la poesia ricevuto a Roma; quello di Poeta insigne e
ho il titolo onorario di Ambasciatrice per la Memoria insieme a Maria Falcone
ricevuto dal Comune di Selvino e dall’Associazione “Children of Selvino- Figli
della Shoah” per il Museo Memoriale Sciesopoli Ebraica, oltre a tre primi posti
ai concorsi letterari.
Quali sono le tue
pubblicazioni?
In libri di poesia ho dato alle stampe: Fiori di campo;
Nel migrar dei giorni; Uno scrigno è l’amore; Oltre la curva del tramonto; Sopra le nuvole
il mare. Come romanzi: Una tra i
Mille Anita; Il bambino con la valigia rossa i bambini trovatelli nella Seconda
guerra mondiale. Tra i libri di
narrativa e saggistica: Lassù dove si toccava il cielo la vita contadina
del passato; Un rifugio vicino al
cielo le 5 famiglie italiane di religione ebraica nascoste dal ’43 al ’45
in un paesino delle Orobie bergamasche protette dall’intera popolazione; Nel cuore di Sciesopoli l’ex colonia
fascista di Selvino dal 1933 al 1985 come Istituto Assistenziale che accolse
più di 800 bambini ebrei orfani sopravvissuti alla Shoah; Ero un figlio di N.N.; Un
campo di stelle il mio riposo il mistico Fra Pacifico da Amora; Come una fiamma accesa i 5 fratelli
Carrara combattenti e caduti nella Grande Guerra; Una voce dimenticata-il grande Tenore bergamasco Federico Gambarelli;
Manzù e Aviatico; Don Giovanni Carrara e
le altre vittime del mitragliamento al treno della Valle Seriana del 29 gennaio
1945; La colonna sonora della mia
vita il compositore dj Fabio XB Carrara e la sua coraggiosa lotta contro la
leucemia. Infine negli ultimi anni mi sono dedicata ai libri per ragazzi a
scopo benefico per i bambini malati: I
Quarzi di Selvino; Il Tesoro della
Stella; prossimamente La bambina
azzurra.
Come è nato questo nuovo
romanzo?
Quel terrificante pomeriggio
dell’11 settembre 2001 io ero a casa con i miei figli adolescenti. In tv
trasmettevano i Simpson, quando i cartoni vennero sostituti dalle immagini
della prima Torre in fiamme. Da quel momento la tv rimase accesa in diretta. Non era un film quell'aereo che entrava oltre la
parete di acciaio della Torre Sud mentre io e la mia famiglia seguivamo la
diretta di Emilio Fede. Io ce l'ho ancora in mente. E mai lo dimenticherò. Vidi
tantissimi puntini neri volare giù, erano le persone che avevano deciso di non
aspettare di morire. Più di 200. È la cosa che mi è rimasta impressa più di
tutte. Come schegge nel profondo del cuore. Mai più sono riuscita a togliermi
le immagini di quei corpi in volo. Come prima cosa, dirompente, in quella
stessa sera, è uscita la poesia “Ora che i giorni cadono” che ha vinto il
concorso letterario a Buscate nel 2008. E il giorno dopo ha preso vita Luisella,
la protagonista del mio romanzo, che è ispirata ad una reale ragazza della
Valle Brembana. Il primo capitolo del romanzo, scritto in forma di diario di
bordo, reca la data di maggio 2001, il conto alla rovescia verso la tragedia era
scoccato.
Un titolo che sa di fiaba. Perché?
Come briciole richiama innanzitutto
un ritornare a casa, anche solo nella memoria, un cammino verso la luce, un ritrovarsi
e riemergere nonostante tragedie che spaccano la vita; sono le briciole sparse
da Pollicino per ritrovare la via di casa dopo essere sfuggito all’Orco, o da
Hansel e Gretel che, seppur in balia della strega nella casa del bosco,
riescono a sopravvivere, a riprendere la via del cuore. Non siamo mai soli, la strada è lunga da percorrere, qualcuno
è sempre accanto, basta saper vedere oltre. Penso che il sogno di ogni uomo sia
lasciare un'impronta di sé, per trovare l'immortalità. Oltre a ciò, le briciole rappresentano
anche l’impatto visivo più sconvolgente di quella terrificante giornata dell’11
settembre: la polvere, l’immensa coperta di cenere bianca distesa come
un sudario sul cielo azzurro di New York, sul mondo che osservava dilaniato e
impotente. Tutti noi eravamo là davanti alla tv quel giorno. La persona che ha
ispirato il titolo è Marcy Borders,
la ragazza immortalata nella famosissima fotografia che la ritrae interamente
ricoperta di cenere bianca. Mi colpì talmente tanto che l’ho voluta sulla
quarta di copertina.
Perché scrivere un romanzo
sulla tragedia delle Torri Gemelle partendo da lontano, dalle montagne
bergamasche?
Sono nata e cresciuta sulle montagne bergamasche.
Quindi è stato naturale per me partire dalle mie valli. Anche perché il
personaggio di Luisella, seppur immaginario, è ispirato ad una figura reale e
alla sua esperienza di vita nel paese di Sant’Antonio Abbandonato, un piccolo
paese dell’Alta Valle Brembana che, come tanti altri, subisce le conseguenze
desolanti dell’abbandono, dello spopolamento, dell’emigrazione, dello
spaesamento. Eppure chi continua ancora ad abitare in montagna sa che è un
amore senza fine, pagato con la fatica di alzate all’alba, isolamento e poca
comodità, strade tortuose sempre in agguato, neve da spalare, catene da
montare, ghiaccio, nebbia, temporali improvvisi con cui fare i conti dieci mesi
all’anno.
Quale artificio hai attuato per inserire nel tuo racconto
la tragedia delle Torri Gemelle senza cadere nella semplice cronaca?
Ho adottato la tecnica di far vivere alla mia protagonista,
Luisella, un viaggio degli States, il classico Tour della costa che termina proprio
a New York con l’ovvia salita alle Torri Gemelle, basato minuziosamente sul
viaggio che mia sorella ha fatto decenni fa. Alle ore 8.48 Luisella e i
compagni di viaggio, insieme alla guida, sono ai piani alti della Torre Nord.
Da lì, basandomi sui dati offertomi dai giornali e dal web, ho ricostruito
quella drammatica giornata, vivendola dal di dentro, dal punto di vista di chi
era all’interno, senza dare giudizi o impostazioni politiche, semplicemente
dando voce a quelle migliaia di storie semplici, madri e padri usciti di casa,
figli e figlie impegnati nelle quotidiane faccende lavorative, i quali improvvisamente,
senza colpe, si ritrovano sull’orlo del baratro. Ho provato a raccontare dal di dentro, dal punto di vista di
chi, in quell’ammasso arroventato di lamiere, si è visto stroncare ogni sogno,
ogni possibilità di aggiungere un altro giorno su questa terra. I fatti, sì, le
parole, la cronaca della giornata che ha mutato l’idea di “Storia” e ribaltato
ogni visione del mondo, lo scenario catastrofico e l’orrore infinito che ha
imprigionato la Grande Mela, ma anche i sentimenti, le emozioni, la paura, il
terrore provato da coloro che sapevano che non sarebbero mai riusciti ad
uscirne vivi da quell’Apocalisse di polvere e morte. Senza dimenticare l’Amore.
Non è un po’ un controsenso parlare d’amore in una
tragedia così immensa come quella delle Torri Gemelle?
Seppur nella tragedia, ho cercato di far prevalere l’Amore,
verso la Vita, verso la persona amata nel suo continuare a vivere, verso la
propria famiglia e la propria Terra, per dare un senso a quei fatti che
resteranno impressi nel nostro animo. E c’è una bellissima storia d’amore,
quella tra Luisella e il taciturno e solitario Rafa, un giovane muratore del
suo paese, che, seppur amando pazzamente la ragazza, non trova le parole adatte
per dichiararsi. Proprio un po’ come i giovani di montagna, avvezzi al lavoro,
alla fatica, ma timidi nel mostrare il loro lato intimo, dolce, indifeso. Come
dico sempre “Dietro la scorza più ruvida dei nostri montanari, brilla la
tenerezza più morbida”. Il ricordo e la pietà verso tante storie bruciate nel vento
ci possono aiutare a creare nuovi uomini e nuove donne, più tolleranti e
globali nel vero significato, che solo l’Amore e la Fratellanza possono
decifrare.
Perché acquistare “Come briciole sparse sul mondo”?
Penso che da tragedie come queste si debbano ricavare delle
riflessioni, che possano contribuire a rispettare veramente la Vita umana: solo
così il sacrificio di tutte le anime che vennero fuse alle lamiere delle Torri
Gemelle potrà trovare finalmente un degno riposo ed una pietosa rassegnazione. Dice ancora Luisella “Non basta andare in America per
scoprire come è fatto il mondo. È la vita di tutti i giorni, qui, sulle
montagne ormai quasi disabitate, tra la neve da spalare e il ghiaccio da
sciogliere per non cadere, che ci dice che siamo davvero vivi.”
C’è qualcuno a cui devi un ringraziamento?
Devo ringraziare mia sorella Angela e il marito Matteo per
avermi illustrato con grande pazienza, gentilezza e competenza, il loro primo
viaggio negli States, avvenuto nel 2004, fornendomi cartine, CD, disegni, libri,
manuali di viaggio, spiegandomi i tragitti e gli spostamenti, scrivendo il
diario di bordo, raccontando il clima, la gente, il mondo americano. I nomi degli hotel, delle guide turistiche,
i tragitti, i percorsi, gli scambi anche di relazioni, le informazioni, le
persone incontrate durante il tour, sono tutti reali. Grazie anche a mio marito e amico Oliviero, uomo di montagna,
sicuro, forte e affidabile come la roccia che lo lega a questa terra: è stato
nell’osservare il suo instancabile operare nella quotidianità, nell’ascoltare
le sue storie di ragazzo contadino, muratore ed emigrante cottimista negli Anni
Settanta, nel vedere con quanta tenacia ancora e sempre non permette di
dimenticare la memoria delle contrade svuotate e l’esempio dei genitori, che ho
potuto creare il personaggio di Raffaele, il ragazzo che ama Luisella.
Dove
si può trovare il romanzo?
Il romanzo si può ricevere direttamente da Amazon o
contattando l’autrice: auroracantini@pennadautore.it
https://www.amazon.it/Come-briciole-sparse-sul-mondo/dp/B0C63M3TG5/ref=mp_s_a_1_1?qid=1685180903&refinements=p_27%3AAurora+Cantini&s=books&sr=1-1
Per concludere, quali saranno i tuoi prossimi progetti?
A novembre 2023 uscirà il mio terzo libro per ragazzi, che fa
parte della trilogia dedicata alle storie dell’Altopiano. Si intitola La Bambina Azzurra, ambientato nel borgo
di Predale sull’Altopiano Selvino Aviatico, oggi ridotto a ruderi, ed ha per
protagonista una bimba gitana, zingara, realmente esistita nei racconti degli
anziani tramandati da generazioni. Una bambina considerata speciale nella sua
tribù, perché sordomuta, ma osteggiata dagli abitanti perché “diversa”. Il
ricavato andrà all’Ente Nazionale Sordi di Bergamo che si occupa dei bambini
sordomuti, che ancora oggi trovano molte barriere al loro percorso di crescita
e di accoglienza.