OTTO ANNI DI FABER
Immaginate di nascere esattamente a metà del Novecento, e di trascorrere gli anni dell’adolescenza appassionandosi alla musica beat. Immaginatevi, più grandi, di creare un gruppo con il quale girare le piazze d’Italia per tenere spettacoli e concerti.Immaginate infine, esattamente a 40 anni, di venir chiamato da un mostro sacro della musica italiana come Mauro Pagani e trovarsi su di un palco a fianco nientemeno che dell’immenso Fabrizio De Andrè, del quale divenite uno dei più fidati chitarristi.Ebbene, tutto questo è accaduto a Giorgio Cordini, autore, musicista e scrittore veneziano, che nel suo libro I MIEI OTTO ANNI CON FABRIZIO DE ANDRÈ (fingerpicking.net, pagg. 136, euro 14,00) ripercorre l’ultimo periodo di attività del grande artista genovese.In questo prezioso libro, quasi un diario redatto da chi è stato con lui in prima fila sul palco e a stretto contatto nella vita, Giorgio Cordini ci regala una manciata di perle, una testimonianza sul valore del De André musicista e soprattutto del De André uomo, capace di entrare in empatia con chiunque avesse di fronte.L’autore riesce a raccontare un Fabrizio De André a tratti inedito, dai comportamenti spesso inattesi, che a volte stupiscono e ci fanno sorridere e che ci danno l’ennesima conferma della sua grandezza di artista e di uomo, come dimostra l’assoluto perfezionismo che metteva nelle ore e ore di prove prima dei concerti.Verso le ultime pagine, infine, dalla narrazione emergono le note più intime, dal concerto di Saint Vincent interrotto a causa del dolore che impediva a Fabrizio di suonare la chitarra, all’esplodere del male, fino all’ultima straziante telefonata nella quale, nonostante tutto, è ancora De Andrè, pur consapevole delle sue condizioni, a consolare l’amico.In chiusura, un’intervista a De Andrè del 1992, nella quale affiora la sua grande umanità e una originalissima visione di vita.Un libro a tratti divertente, a volte toccante; ma sempre assolutamente reale. Una testimonianza di affetto che va sfogliata pagina dopo pagina, nel ricordo di uno dei più grandi e indimenticabili artisti del nostro tempo.
Nessun commento:
Posta un commento